Campi, Società Ceramica Italiana di Laveno, Vaso a tre bocche C 40

Il Vaso a tre bocche è formato da tre vasi di forma ovoidale e differenti dimensioni saldati gli uni agli altri, creando un movimento fluido dato dall’espansione e dalla contrazione dei volumi. L’esemplare in esame è dipinto a mano con smalti ocra, blu e nero stesi attraverso pennellate dal forte impatto gestuale, con andamento verticale o orizzontale, che denunciano una chiara influenza da parte della pittura informale contemporanea. L’opera, nella versione tinta unita bianca, venne esposta in occasione della IX Triennale di Milano del 1951.
L’idea dell’oggetto multiplo ottenuto attraverso un processo di assemblaggio di corpi simili ma di differenti dimensioni coinvolse anche alcuni Polivasi in porcellana, il Portafiori C 204 e il grande vaso da giardino in materiale refrattario decorato a smalto, realizzato in soli due esemplari dalla società Meteor di Laveno nel 1997. Il modello del vaso a più aperture è dunque un valido esempio della versatilità dei progetti della scultrice, che potevano essere ripresi nel corso del tempo e prodotti in diversi formati e combinazioni di forme. Inoltre, mostra la capacità della Campi di operare con impasti ceramici differenti, spaziando dalla più raffinata e preziosa porcellana al più solido e resistente grés.
Stefania Cretella
Gio Ponti, La ceramica italiana, in “Domus”, n. 260, luglio-agosto 1951, p. 35; Anty Pansera, Antonia Campi. Creatività, forma e funzione. Catalogo ragionato, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo 2008, p. 153, cat. 2.29
Elenco immagini:
Ceramiche di Antonia Campi esposte alla Triennale di Milano del 1951, tra le quali si riconosce il Vaso a tre bocche C 40 (Gio Ponti, La ceramica italiana, in “Domus”, n. 260, luglio-agosto 1951, p. 35)
Antonia Campi, per la Società Ceramica Italiana di Laveno, Vaso a tre bocche C 40, 1950, terraglia, h 23 x 73 x 20 cm, collezione privata
Marchio del Vaso a tre bocche C 40 di Antonia Campi per la Società Ceramica Italiana di Laveno