Ponti, Società Ceramica Richard-Ginori, Architetture colorate (Quattro vie)

Il calamaio è composto da un corpo cilindrico in porcellana dipinta in policromia con piattino incorporato, chiuso da un caratteristico coperchio conico svasato terminante con un pomolo sferico, e dotato di contenitore interno per l’inchiostro. La forma, ideata tra il 1924 e il 1925, venne utilizzata dalla manifattura anche in combinazione con altri decori, come nel caso del calamaio Gli amanti.
Il titolo attribuito all’oggetto descrive perfettamente il decoro ideato da Ponti, il quale immaginò una serie di edifici dalle cromie sgargianti, affacciate su piazze cittadine dalla pavimentazione a losanga che ricordano le piazze metafisiche dechirichiane. Il nome secondario, Quattro vie, venne invece utilizzato dallo stesso Ponti in una lettera inviata alla manifattura.
Le architetture mostrano un sapiente uso dei motivi e delle forme classiche declinate in chiave moderna, con un gusto per la citazione e per la semplificazione dei volumi che si ritrova facilmente anche nelle coeve architetture progettate e costruite da Ponti e dagli altri giovani architetti milanesi a lui affini. È nota non solo la profonda conoscenza, da parte di Ponti, dell’architettura classica e rinascimentale, ma anche l’interesse per le fonti letterarie e per la trattatistica, con particolare riferimento ai testi di Vitruvio, Palladio e Serlio, che possono essere considerati punti di ispirazione costanti per il suo immaginario figurativo e architettonico.
Il calamaio fu esposto in occasione della Seconda Biennale di Monza del 1925, come attesta la fotografia storica conservata presso l’Archivio Fotografico della Triennale di Milano (Giorgio Nicodemi, Le arti decorative italiane a Monza, in «Il Secolo XX», 1925), alla contemporanea esposizione parigina e alla successiva edizione della mostra monzese del 1927.
Stefania Cretella
Gian Carlo Bojani, L’opera di Gio Ponti alla Manifattura di Doccia della Richard-Ginori, Faenza, 1977, cat. 95; Anty Pansera, Paolo Portoghesi, Gio Ponti alla Manifattura di Doccia, Milano 1982, p. 89; Gio Ponti. Ceramiche 1923-1930. Le opere nel Museo Ginori di Doccia, catalogo della mostra a cura di F. Abboni, S. Salvi, G. Pampaloni, P. C. Santini (Firenze, 19 marzo – 30 aprile 1983), Electa, Milano 1983, p. 142, cat. 282; Gio Ponti e la Richard-Ginori. Una corrispondenza inedita, catalogo della mostra (Monza, Villa Reale, 12 aprile – 7 giugno 2015) a cura di Livia Frescobaldi Malenchini, Oliva Rucellai Corraini edizioni, Mantova 2015 , p. 38, cat. 18; Livia Frescobaldi Malenchini, Maria Teresa Giovannini, Oliva Rucellai, Gio Ponti. La collezione del Museo Richard-Ginori della Manifattura di Doccia, Maretti editore, 2015, p. 238-139, cat. 156
Elenco immagini:
Gio Ponti, per la Società Ceramica Richard Ginori, Architetture colorate (Quattro vie), 1925, porcellana, h 11,5 x diam. 12 cm, collezione privata
Gio Ponti, per la Società Ceramica Richard Ginori, Architetture colorate (Quattro vie), 1925, porcellana, h 11,5 x diam. 12 cm, collezione privata
Gio Ponti, per la Società Ceramica Richard Ginori, Architetture colorate (Quattro vie), 1925, porcellana, h 11,5 x diam. 12 cm, collezione privata
Marchio del calamaio Architetture colorate (Quattro vie) di Gio Ponti per la Società Ceramica Richard-Ginori