Chiesa di Sant’Antonio Abate

Città:
Mantova
Provenienza:
Mantova, Sant’Antonio Abate (fino al 1871) (?); Mantova, palazzo Accademico (dal 1871 al 1922); Mantova, palazzo Ducale (dal 1922).
Autore:
Artista lombardo-emiliano
Titolo:
Sant’Antonio Abate (?)
Tecnica e misure:pittura murale strappata e montata su alveolare, 60x55 cm
Ubicazione:
Museo di Palazzo Ducale
Inventario:
inv. generale 11500, inv. statale 678
Restauri:
1871 probabile data di stacco
1959 restauro di Assirto Coffani (ASoMn, esercizio finanziario 1958/1959, pos. 3, Fondo straordinario per restauro opere mobili);
1969 restauro di Assirto Coffani (ASoMn, anno finanziario 1969, pos. 3, Spese per il restauro);
1993 restauro di Marcello Castrichini (?).
Sebbene il lacerto (fig.1) sia stato considerato, in passato, come proveniente dalla chiesa di San Domenico (cfr. soprattutto Ozzola 1949 n. 41; Ozzola 1953 n. 41; Paccagnini 1960, p. 268), esso è stato di recente individuato come parte di alcuni frammenti provenienti dalla demolita chiesa di Sant’Antonio, così menzionati da Portioli nel 1871: «Dal lato opposto e dirimpetto a questi ultimi dipinti, sonvi altri frammenti di affreschi contemporanei che consistono in tre teste nimbate, ma completamente mutilate e prive delle restanti parti del corpo» (Portioli 1871, p. 20; cfr. L’Occaso 2011, p. 98 n. 20). Lo stesso autore precisa che «una delle tre teste nimbate» venne salvata attraverso lo strappo nello stesso anno e portata nel Museo Civico (ASCMn, tit. X-3-4, fasc. 1871-1872); nel 1895, in effetti, Intra menziona «Una testa di Santo – dalla demolita chiesa di Sant’Antonio» all’interno dell’elenco dei quadri conservati nel Palazzo accademico (doc. 1). Stefano L’Occaso ricorda infine come, probabilmente nel 1922, lo strappo venne depositato in Palazzo Ducale e inventariato quindi nel 1937 come opera di fine Trecento.
Il frammento, datato inizialmente alla fine del XIV secolo (Girolla 1920, p. 179 nota 3) e, più recentemente, alla metà dello stesso (Paccagnini 1960, p. 268) e riferito alla scuola giottesca (Ozzola 1949, n. 41; Ozzola 1953, n. 41) è stato attribuito ad una generica “maniera neo-giottesca” da L’Occaso nel 2011 (L’Occaso 2011, p. 98 n. 20); particolarmente lacunoso e dalla situazione conservativa piuttosto precaria (fig. 2), esso fu oggetto di un primo intervento di restauro nel 1958 ad opera di Assirto Coffani, in occasione del quale, come riportato nella descrizione presente nella fattura dell’intervento eseguito, il restauratore procedette al consolidamento delle cromie, alla pulitura delle superfici, alla rimozione di ridipinture, e al restauro pittorico (doc. 2, 3).
Anche il frammento con Sant’Antonio Abate fu oggetto della campagna di restauro condotta una decina d’anni più tardi, nel 1969, dallo stesso Assirto Coffani, che interessò undici frammenti di affreschi staccati provenienti dal Museo di Palazzo Ducale, caratterizzati da uno stato conservativo decisamente precario: l’intervento comprese, sostanzialmente, la pulitura della superficie pittorica da ogni materia estranea, il consolidamento delle cromie e l’intonazione delle lacune, nonché il trasporto su un telaio di metallo leggero, più resistente e performante del vecchio supporto in tela (doc. 4, 5).
L’ultimo intervento conservativo, condotto nel 1993 dall’equipe di Marcello Castrichini, ha restituito al frammento il livello di lettura odierno, come si può evincere da una fotografia storica datata al 5 ottobre 2001 (figg. 3-4).
Elisa Perina
Documenti:
Doc.1
Mantova, 27 giugno 1895, Elenco dei quadri conservati nel Palazzo accademico, stilato da Giovan Battista Intra.
[…]
[121] 4 – Una testa di Santo – dalla demolita chiesa di Sant’Antonio
[…]
Mantova, 27 giugno 1895
Per delegazione municipale
Gian Battista Intra
(ASCMn, Cauta Custodia, b. 18 bis).
Doc.2
Mantova, 18 dicembre 1958, Certificato di collaudo, firmato dal Soprintendente Giovanni Paccagnini
Ho esaminato i lavori sottodescritti restaurati dal sig. Coffani Assirto ed ho constatato che il lavoro di foderatura, consolidamento del colore, rimozione di vecchie ridipinture, stuccature delle parti mancanti, restauro pittorico delle lacune e inverniciatura della tela ad olio rappresentante: “La morte di S. Antonio Abate” di F. Borgani di m. 3.37 x 2.37 e il consolidamento del colore, pulitura, rimozione di ridipinture, e il restauro pittorico di quattro frammenti di affreschi riportati su tela descritti nella fattura n.9 del 18 dicembre 1958 è stato eseguito con ogni cura e regola d’arte. Può essere quindi corrisposto al predetto restauratore il compenso convenuto e stabilito di L. quattrocentonovantamila (L. 490.000).
(ASoMn, esercizio finanziario 1958/1959, pos. 3, Fondo straordinario per restauro opere mobili).
Doc.3
Milano, 18 dicembre 1958, Fattura inviata dal restauratore Assirto Coffani alla Soprintendenza alle Gallerie di Mantova
Fattura per i seguenti lavori di restauro eseguiti alle sottoindicate opere d’arte del Palazzo Ducale di Mantova durante l’eserc. finanz. 1957/58:
[…]
2) Frammento di affresco riportato su tela del sec. XIV raffigurante una “testa di santo” – m. 0.59 x 0. 50 – lavori eseguiti: consolidamento del colore, pulitura, rimozione di ridipinture, restauro pittorico – Lire 40.000.
[…]
(ASoMn, esercizio finanziario 1958/1959, pos. 3, Fondo straordinario per restauro opere mobili).
Doc.4
Mantova, 24 maggio 1968, Perizia di spesa, firmata dal Soprintendente Giovanni Paccagnini
Per i lavori di restauro di n.11 frammenti di affreschi dei secoli XIII-XIV-XV conservati nel Museo di Palazzo Ducale di proprietà statale del Comune di Mantova da eseguirsi in cottimo fiduciario. Spesa prevista in L. 680.000. […]
Relazione: gli affreschi sopra elencati furono strappati o staccati nella seconda metà del secolo scorso e all’inizio del secolo corrente da chiese demolite, e da altri edifici trasformati o scomparsi della città di Mantova. Si tratta di opere di grande importanza per la storia della pittura muraria a Mantova nei secoli XIII, XIV e XV, il cui stato di conservazione è però assai precario, come appare evidente anche dall’acclusa documentazione fotografica. La superficie pittorica, sporca e in parte intaccata da muffe e salnitro, è in molte zone sollevata dai supporti in tela sui quali gli affreschi, oltre mezzo secolo fa, furono applicati con procedimenti nocivi, che hanno anche prodotto annerimenti e alterazioni del colore. È pertanto urgente rimuovere dai predetti affreschi tutte le materie estranee che provocano il loro progressivo deperimento, e infine applicare i medesimi su particolari supporti rigidi in metallo leggero, appositamente studiati per la conservazione degli affreschi staccati.
(ASoMn, anno finanziario 1969, pos. 3, Spese per il restauro).
Doc.5
Mantova, 24 novembre 1969, Certificato di collaudo, firmato dal Soprintendente Giovanni Paccagnini
Ho esaminato i lavori di restauro di n.11 frammenti di affreschi dei secoli XIII-XIV-XV del Museo del Palazzo Ducale di Mantova restaurati dal sig. Coffani Assirto residente in Mantova, via Frutta n. 2 ed ho constatato che il lavoro di consolidamento degli affreschi e pulitura della superficie pittorica di ogni materia estranea, intonazione delle lacune, rimozione dei detti affreschi dai vecchi supporti in tela applicati su telai di legno e loro riporto su nuovi telai rigidi in metallo leggero è stato eseguito con ogni cura e regola d’arte. Può essere quindi corrisposto al predetto restauratore il compenso convenuto e stabilito di L. seicentottantamila (L. 680.000).
(ASoMn, anno finanziario 1969, pos. 3, Spese per il restauro).
Bibliografia:
A. Portioli, La chiesa di S. Antonio in Mantova, Mantova 1871, pp. 20-21; P. Girolla, Pittori e miniatori a Mantova sulla fine del ’300 e sul principio del ’400, in «Atti e memorie della Reale Accademia Virgiliana di Mantova», XI-XIII, 1918-1920 (1920), pp. 177-200; L. Ozzola, La Galleria di Mantova. Palazzo Ducale. Con 210 illustrazioni, Cremona, 1949, n. 41; L. Ozzòla, La Galleria di Mantova. Palazzo Ducale. Con 212 illustrazioni, Mantova 1953, n. 41; G. Paccagnini, Mantova. Le arti, I, Mantova 1960, p. 268; S. L’Occaso, Museo di Palazzo Ducale di Mantova. Catalogo Generale delle collezioni inventariate. Dipinti fino al XIX secolo, Mantova 2011, p. 98, cat. 20.
Elenco immagini:
1. Artista lombardo-emiliano, Sant’Antonio Abate (?).
2. Il frammento con Sant’Antonio Abate prima degli interventi di restauro.
3. Il frammento con Sant’Antonio Abate durante l’intervento di restauro del 1969 (?).
4. Le odierne condizioni conservative del frammento (fotografia Gargiulo, 5/10/2001).