L’archivio digitale dedicato alla grande decorazione è nato in seguito al lavoro di ricerca condotto in occasione del PRIN 2010-2011 – La pittura profana dall’età barocca all’età neoclassica nell’Italia settentrionale, con particolare attenzione alla presenza dei pittori veneti e veneziani. Il compito primario del gruppo di ricerca veronese è stato la costituzione di un atlante iconografico della decorazione a tema profano presente sul territorio corrispondente all’attuale provincia di Brescia, creato attraverso la raccolta di materiali di repertorio e, soprattutto, di immagini digitali scattate in occasione di apposite campagne fotografiche condotte all’interno dei palazzi pubblici e privati che ancora conservano testimonianze risalenti all’arco cronologico prescelto. Il catalogo di immagini è accompagnato da schede di carattere storico e iconografico redatte da studiosi, dottorandi e studenti dell’Università. L’archivio è stato in seguito ampliato con schede dedicate alla realtà padovana, realizzate dall’Università di Padova all’interno del medesimo progetto PRIN. Per la schedatura dei propri palazzi, il gruppo patavino si è avvalso principalmente di materiale fotografico d’epoca.
Il database è strutturato in tre livelli connessi tra loro che permettono di spostarsi facilmente da uno all’altro (Scheda Palazzo, Scheda Sala, Scheda Immagine) e di condurre ricerche sulle personalità artistiche, sulle scelte iconografiche, sugli orientamenti della committenza e sulla diffusione di specifiche tematiche, utilizzando il motore di ricerca libera o avanzata.
L’immissione dei dati, a cura di Stefania Cretella, è stata effettuata con la collaborazione di Giulia Adami, Sofia Bergamini, Andrea Chiocca, Edoardo Lo Cicero, Nadia Giori, Mara Miele, Maddalena Oldrizzi, Sara Parisio, Emanuele Principi e Alberto Romanelli.
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Parzialmente interessata dai danni di un bombardamento aereo che colpì la città di Brescia la notte del 24 febbraio 1945, questa sala conserva ancora oggi parte delle decorazioni che Giuseppe Manfredini dipinse tra il 1794 ed il 1796. L’integrità dell’apparato decorativo è comunque ancora apprezzabile grazie ad una foto storica conservata presso l’Archivio fotografico Civici Musei d’Arte e Storia di Brescia, che mostra come la decorazione interessasse tutte le superfici della volta e delle pareti. Delle pareti, un tempo suddivise in specchiature con motivi a candelabra e grottesche racchiuse entro cornici con decori vegetali, rimane solo un sopraporta raffigurante l’Incontro…
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Quella che un tempo era la Galleria rivolta verso il cortile d’onore si presenta oggi frazionata in sette piccole stanze che non conservano più tracce delle decorazioni settecentesche ad eccezione di un piccolo ambiente posizionato nell’estremità a mattina e separato da una parete vetrata, utilizzato ora come ingresso secondario alle sale del corpo centrale. Questa sala conserva nella campata un medaglione opera di Teosa che, racchiuso entro una cornice quadriloba con modanatura a ovoli e dardi, mostra tre putti impegnati in un girotondo aereo. La paternità delle decorazioni della Galleria è certa grazie ad un documentato pagamento avvenuto il 4…
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Posta tra la “sala cinese” e la galleria, questa stanza è stata decorata da Giuseppe Teosa nel 1796, durante l’intervento di trasformazione voluto dai fratelli Chizzola. La decorazione, molto semplice e sobria, vede nella volta l’applicazione di motivi vegetali e nastri in stucco e nelle pareti quattro riquadri, dipinti a grisaille e racchiusi entro cornici con perle e fusi sostenute da nastri, che raffigurano: Pigmalione innamorato della statua di Galatea, Perseo e Andromeda, Leda e il cigno e Orfeo incanta gli animali. Le tinteggiature pastello che si vedono su pareti e soffitto sono state applicate in tempi successivi. Edoardo…
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Questa sala, posizionata nel corpo centrale della fabbrica tra la Galleria e la sala 4, è stata interessata nel corso del tempo da diversi interventi di trasformazione (testimoniati soprattutto dalle porte di forme e dimensioni differenti, in qualche caso anche tamponate) che hanno minato l’integrità delle decorazioni. I danni subiti dagli affreschi rendono difficoltoso risolvere i problemi attributivi laddove neppure gli archivi appaiono chiarificatori a riguardo: se infatti nel Libro Fabbrica in Brescia a Sta Croce (Brescia, Archivio di Stato [=ASBs], P.L. Casa di Dio, b.318) una nota riferita a dei pagamenti a favore di Tellaroli potrebbe essere collegata a…
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Questa sala, collocata nel lato est del corpo centrale del palazzo, venne probabilmente affrescata da Tellaroli tra il 1788 ed il 1791. La decorazione coinvolge solo il soffitto dove, sopra ad un tenue sfondo verde, si svolge una serie di riquadri contenenti motivi in stile pompeiano. Le pareti, oggi spoglie, erano rivestite in origine da tappezzerie in seta e, su quella ad est, si conserva ancora una caminiera ed una specchiera con cornice, in legno intagliato e dorato, di gusto neoclassico. Edoardo Lo Cicero
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Questa stanza, che è oggi un piccolo gabinetto annesso alla sala con Venere e cupido, conserva nella parte superiore delle pareti e nel soffitto una decorazione ad affresco ascrivibile alla mano di Teosa, databile tra il 1788 ed il 1791 Purtroppo l’integrità degli ornamenti pittorici risulta gravemente deteriorata sulla parete ad est, dove l’apertura di una finestra in epoca successiva ha interrotto la leggibilità e la simmetria della decorazione. Sopra ad un basamento continuo poggiano otto cariatidi (oggi ne sono visibili solo sette) e quattro lesene con decoro a candelabra (distribuite due per ogni lato maggiore, e delle quali oggi…
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Tra gli ambienti della zona a mattina del corpo centrale, la sala posta nell’angolo nord-est è quella che conserva meglio le decorazioni pittoriche eseguite tra il 1788 e il 1791 in concomitanza con il rinnovamento in chiave neoclassico di questa parte del palazzo. Uniche tracce superstiti della decorazione parietale sono alcune tracce di affresco sotto l’intonaco, la cui leggibilità è però nulla, e quattro sopraporta, dipinti da Teosa, raffiguranti menadi di ispirazione classica entro una cornice ovale dorata, incastonata in una quadratura architettonica scandita da una modanatura semplice. Meglio conservata è la decorazione del soffitto, al centro del quale si…
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La sala, in passato adibita “ad uso Libreria”, venne affrescata tra il 1788 ed il 1791 probabilmente da Tellaroli, anche se non si esclude l’intervento di Saverio Gandini, il quale, secondo il libro dei conti della famiglia Chizzola, venne pagato per “dipingere la camera verde superiore”. La decorazione, che interessa solo la volta ed una piccola porzione delle pareti, mostra fregi dipinti in grisaille su fondo verde chiaro: quello collocato nella parte superiore delle pareti è scandito dalla ripetizione regolare di girali d’acanto, gufi e palmette; l’altro, collocato nella fascia perimetrale del soffitto, presenta candelabri, arpie, foglie d’acanto e otto…
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La “Sala Cinese”, così chiamata per via del tema iconografico che vi si svolge, venne interessata da due interventi decorativi diversi: il primo si svolse intorno al 1788 per opera di Saverio Gandini, il secondo fu invece affidato dalla famiglia Chizzola a Giuseppe Teosa, che vi lavorò nel 1796. Questo ambiente rappresenta un unicum all’interno della tradizione pittorica bresciana, pur collocandosi all’interno del fenomeno orientaleggiante che interessò la cultura europea già dal finire del XVII secolo La parte inferiore delle pareti è dipinta in grisaille con riquadri a grottesche realizzati intorno al 1788 da Saverio Gandini, responsabile anche del fregio…
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La “Sala dei quadri”, così chiamata perché probabilmente un tempo adibita ad ospitare una parte importante della collezione della famiglia Averoldi, si trova nel corpo centrale della fabbrica tra il Salone d’onore e la “Sala cinese”. L’aggiornamento della sala al gusto neoclassico avvenne nel 1796, in concomitanza con la terza campagna decorativa voluta dalla famiglia Chizzola. La decorazione si configura come una composta quadratura architettonica che interessa unicamente la volta. La parte inferiore presenta una cornice composta da una modanatura semplice a kyma e da un fregio con motivo a girali d’acanto e vasi, reso tramite un tenue monocromo grigio…
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