Galleria

Galleria – Galleria

 

La galleria è decorata ad affresco: una semplice quadratura prospettica si articola sulle pareti insieme a specchiature marmoree e un fitto timpano sorretto da mensole incorniciano le porte d’ingresso, mentre uno zoccolo, anch’esso ornato da finte lastre di marmo, figura di sostenere quattro colonne ioniche. Nell’intercolumnio così immaginato trovano posto , sopra mensole, le allegorie delle Quattro Complessioni, due per ogni lato lungo, raffigurate secondo le indicazioni di Cesare Ripa: da una parte il Sanguigno per l’aria, e il Collerico per il fuoco, l’uno dipinto con una chitarra in mano, accompagnato da un agnello con grappolo d’uva, e l’altro rappresentato, come da precetto, mentre brandisce una spada, con un leone e uno scudo su cui compare una fiamma; dall’altra il Flemmatico per l’acqua, e il Malenconico per la terra, il primo che tiene le mani raccolte sul petto, con una tartaruga accanto, e il secondo con una borsa e un libro, il piede posato su un cubo.  Sopra le finestre e le porte finestre, certamente successive alla decorazione ad affresco descritta, sono stati aggiunti dei cartouches rosati contenenti dei piccoli paesaggi, probabilmente frutto di un intervento ottocentesco. Le lunette sopra le porte dei lati corti sono occupate da una decorazione a grottesche su fondo bianco, comprendente figure stilizzate di satiri reggenti medaglioni a fondo scuro, erme alate, putti inseguiti da fiere, e sottili racemi intricati in volute, decorazione che si ritrova anche nelle porzioni delle volte risparmiate dagli oculi e nella crociera al centro. Nel soffitto voltato a botte ma interrotto dalla sopracitata crociera, sono rappresentati gli episodi del Volo e della Caduta di Icaro, affreschi gravemente compromessi recuperati dopo le ridipinture ottocentesche e ormai a uno stato pressoché larvale. Essi sono visibili in due tondi con finte balaustre posti al principio e al termine della galleria che illusionisticamente suggeriscono un’apertura di cielo.

La committenza delle pitture, come quella dell’intervento architettonico spetterebbe a Lorenzo Abriani. È evidente che la decorazione a grottesca della volta palesa una cultura ancora cinquecentesca; di altra mano, invece, le parti figurali che mostrano un sensibile accostamento ai modi di Pietro Damini.

Andrea Chiocca

 
Data: 1623 ca.
 
Bibliografia

P. Patrone, La decorazione pittorica seicentesca nei palazzi di Padova, tesi di laurea, rel. A Mariuz, Università degli Studi di Padova, Facoltà di Lettere e Filosofia, 1998-1999, pp. 37-39; P. Patrone, Considerazioni su un ciclo pittorico di palazzo Abriani a Padova, in Il cielo, o qualcosa di più. Scritti per Adriano Mariuz, a cura di E. Saccomani, Cittadella 2007, pp. 331-333; D. Ton, Palazzo Abriani, in Affreschi nei palazzi di Padova. Il Sei e Settecento, a cura di V. Mancini, A. Tomezzoli, D. Ton, Verona 2018, pp. 135-136.

 
Informazioni sul palazzo
Palazzo Abriani
Padova

Elenco immagini:

Pittore veneto della prima metà del XVII secolo, Sanguigno per l’aria.


 

Pittore veneto della prima metà del XVII secolo, Collerico per il fuoco.


 

Pittore veneto della prima metà del XVII secolo, Malenconico per la terra.


 

Pittore veneto della prima metà del XVII secolo, Flemmatico per l’acqua.