Di diretto accesso dalla Stanza delle Stagioni, la Stanza delle Prospettive Architettoniche viene identificata nei documenti pervenutici come “tinello” verso il giardino.
Ampie arcate con mascheroni racchiudono sulle pareti finte aperture, all’interno di una complessa organizzazione a quadratura architettonica comprensiva in aggiunta di alto zoccolo con finte specchiature marmoree. Quattro di esse, disposte sui lati lunghi, offrono vedute prospettiche di ville, propilei, loggiati, ponti e porte di città concepite come vedute percorse da vivaci comparse. Su alcuni degli edifici rappresentati, è possibile riconoscere con sicurezza lo stemma dei Frigimelica, allusivo a fantastiche proprietà della famiglia. Agli angoli, tali aperture sono occupate da un largo piedistallo in pietra su cui sono posti vasi di fiori. Le cornici delle aperture, realizzate in finta pietra, si intrecciano l’una con l’altra formando motivi a conchiglia, mentre le fasce gialle che le separano sono percorse da motivi rocaille con uccelli, rami, vasi di vimini pendenti e candelabre. Sulla sommità compaiono, su fondo giallo, elementi allusivi alle arti raccolti entro motivi a conchiglia: vi si riconoscono gli strumenti dell’Architettura, della Pittura, della Poesia e della Scultura, oltre ad altri gruppi di trofei riferiti a varie divinità: il caduceo di Mercurio, la lira di Apollo, la clava di Ercole e le colombe, accompagnate da una freccia e da una fiaccola rovesciata, che forse alludono a Venere. Inoltre, maestose aquile in finto bronzo sormontano le porte d’ingresso alla Stanza.
Sul soffitto, decorato nella sua fascia più esterna dai medesimi intrecci rococò di riccioli e conchiglie su fondo giallo, si apre al centro il Crepuscolo del mattino, alato, accompagnato da due putti, nel momento in cui la notte, raffigurata poco più in basso, è stata già scacciata. L’affresco si mostra come ripresa precisa dell’opera di Giambattista Tiepolo, già a Monaco, collocata da Gemin e Pedrocco (1993, p. 402, cat. 408) nel 1750 (per un approfondimento si veda Ton 2018, pp. 329-330).
Come conferma la firma presente in basso a destra nella veduta parietale con ponte e porta di città, lo specialista attivo nella sala è l’ornatista e quadraturista vicentino Paolo Guidolini, e sempre la data presente accanto alla firma data con certezza il ciclo al 1778. Per quanto concerne le figure invece, i documenti pervenutici attestano la mano di Antonio Buttafogo nelle vedute e nella grande allegoria soffittale.
Emanuele Principi