A sera del salone si trova una sala dal soffitto articolato dove, partendo dall’ellisse centrale che raffigura due colombe che reggono rami d’alloro, fiaccole e frecce su fondo blu, si irradiano due differenti fasce pittoriche.
Sulle pareti sono nuovamente raffigurate scene di paesaggi rurali tipicamente settecentesche.
Nadia Giori
Al centro del salone è presente una quadratura architettonica che alza enormemente l’ambiente, mentre la fascia perimetrale di colori contrastanti rispetto alla sezione centrale, è realizzata con un profilo piuttosto complesso e articolato, caratterizzato da mensole, volute a ricciolo e conchiglioni.
Nadia Giori
Questa sala presenta una decorazione floreale di periodo napoleonico che, secondo quanto riportato da Lechi, avrebbe ricoperto una precedente decorazione del Settecento (Lechi, 1977, p. 277).
Nadia Giori
Il gabinetto è una piccola sala di passaggio a pianta quadrata che presenta una fine decorazione tipicamente settecentesca sui toni del grigio, ornata da vasi e fiori. I sopraporta presentano decorazioni in finto marmo terminanti in volute a ricciolo.
Nadia Giori
L’apparato decorativo della sala, eseguito da Giuseppe Manfredini, è incentrato su allegorie mitologiche e su episodi tratti dall’Orlando Furioso. Al centro del soffitto all’interno di una quadratura rettangolare sono rappresentati Giove e Venere. Intorno alla scena decorazioni bianche su fondo celeste e grisaille che rappresentano delle panoplie contenenti attributi identificativi della guerra, come asce e faretre colme di dardi, e della musica, quali liuti, tamburelli, flauti. Nella sezione più esterna sono invece rappresentare alcune scene mitologiche, ispirate agli affreschi della Galleria Farnese. La struttura della quadratura riprende modelli cinquecenteschi romani e bolognesi, prevalentemente carracceschi, secondo un espediente usato da Manfredini anche in altri palazzi, come Palazzo Averoldi. Le scene dipinte rappresentano la Nascita di Venere, il Trionfo di Bacco, il Trionfo di Nettuno e Giove e Giunone. Le pareti ospitano invece quattro vedute con paesaggi popolati da personaggi in abiti classici e contemporanei, anch’essi attribuiti al Manfredini.
Sulla sommità delle porte e delle finestre si trova un discreto ciclo pittorico dedicato al personaggio di Angelica da leggersi in senso orario: Angelica al fiume con l’elmo di Ferraù (canto I), Angelica addormentata in Irlanda (canto VIII), Angelica incatenata ad uno scoglio in attesa dell’orca (canto VIII), Ruggiero tenta di approfittare di Angelica (canto XI), Angelica presta soccorso a Medoro aiutata da un pastore (canto XIX), Medoro scrive sugli alberi il suo amore per Angelica provocando la follia di Orlando (canto XXIII). Nel quarto di questi pannelli è riportata la data 1791.
Nadia Giori
A mattina dello scalone si trova una sala con soffitto ottocentesco. Ad incorniciare il soffitto una finta architettura sui toni del rosa, preceduta nella fascia più esterna da una finta balaustra marmorea.
Notevoli i sopraporta decorati con motivi paesaggistici inseriti dentro conchiglioni monocromi sui toni dell’ocra (Lechi, 1977, p. 277).
Nadia Giori
Al primo piano si trova un’altra ampia sala caratterizzata da una volta finemente decorata.
Al centro, una finta architettura data da archi convergenti al centro della volta, con motivi ornamentali assimilati alla cultura barocchetta lombarda. La parte centrale del soffitto è invece definita da una serie di archi che convergono al centro della volta, creando un’architettura prospettica (Lechi, 1977, p. 276).
Al pian terreno, sul lato destro del cortile è situata un’altra sala elegantemente ornata. La volta affrescata presenta al centro una medaglia sagomata, con linee meno articolate rispetto a quella della sala precedente, sui toni del giallo e del verde. Oltre la medaglia svetta una balaustra circolare dalle linee molto sobrie ed eleganti che dà l’illusione di un ambiente estremamente slanciato verso l’alto. La quadratura più esterna accentua l’effetto di sfondatura prospettica, creando un forte contrasto chiaroscurale dato dai i toni scuri e per l’effetto movimentato dovuto alle volute a ricciolo presenti in ogni angolo. Ad ornamento della fascia troviamo racemi policromi di fiori ed erbe e grossi conchiglioni
Nadia Giori
Sul lato opposto dell’androne, dopo aver oltrepassato il primo vano, si accede ad una seconda sala con un soffitto a volta interamente decorato. I motivi lineari sui toni del bianco e del giallo riportano alla memoria la grande decorazione a stucco caratteristica del Settecento veneziano, seppur mediata dalla sobrietà tipicamente bresciana (Lechi, 1977, 277).
Nadia Giori
A pian terreno, sul lato sinistro dell’androne si trova la prima sala affrescata. Il centro del soffitto è occupato da un medaglione ellissoidale riccamente decorato con motivi ornamentali a girale, il quale inscrive la raffigurazione di Minerva, protettrice di tutte le arti utili. La dea è riconoscibile dalla presenza di alcuni dei suoi attributi principali quali il gufo, la lancia e l’ulivo, e da un putto che le porge lo scudo. Quattro teste di Bacco inserite in un tralcio di vite introducono i riquadri angolari. Qui due putti circondati da fiori e tralci policromi sorreggono dei medaglioni circolari all’interno dei quali sono inserite in monocromo le personificazioni delle stagioni su fondo azzurro. Le quattro coppie di putti reggono fiori e frutti che rimandano alla stagione rappresentata all’interno del medaglione. Le specchiature laterali sono occupate da quattro riquadri retti da una coppia di sfingi in grisaille, alternativamente posti in senso orizzontale e verticale, raffiguranti scene campestri popolate da personaggi in abiti settecenteschi. La mediocre qualità del dipinto e il cattivo stato di conservazione, non consentono di proporre con certezza una attribuzione.
Nadia Giori