Sala 10 Alcova

L’ultimo ambiente dell’appartamento di meridione è l’alcova, composta da una sala principale, l’alcova vera e propria e due boudoirs laterali.

L’ambiente di maggiori dimensioni è stato affrescato nel 1781 con figure di Pietro Scalvini e quadrature di Saverio Gandini, che ha firmato e datato il suo intervento alla base del soffitto (“SAVERIO GANDINI CREMONESE 1781”). La fascia posta tra le pareti e il soffitto piano è dipinta come un basamento con angoli smussati affiancati da pilastrini. Alla base si trova una testina femminile tra riccioli, mentre la superficie interna dell’angolo è ornato con girali d’acanto e racemi dorati che si sviluppano intorno a una cornice ottagonale contenente episodi legati alle storie di Enea. La base e la sommità del basamento sono ornate da modanature a motivi classici, impreziositi da dettagli in oro. La parte centrale di ogni lato è leggermente aggettante e sul piedistallo che si forma dal ricciolo dei lati curvi siede un putto che regge festoni di fiori. Davanti alla quadratura architettonica, al centro di ogni lato, si trova una panoplia d’armi.

La fascia perimetrale della volta piana, di forma ottagonale, contiene otto riquadri delimitati da una cornice con foglie d’acanto e modanatura ad astragalo di sole perline, e da una fascia incassata dipinta in rosa uniforme. La parte interna dei riquadri angolari è decorata con girali monocromi e racemi dorati analoghi a quelli del livello precedente. Davanti ai riquadri rettangolari, posti al centro di ciascun lato, vi sono medaglioni con cornici con nastri dorati intrecciati intorno a fiori monocromi, circondate da due rami con foglie e bacche, con nastro dorato intrecciato. I dipinti entro le cornici raffigurano altri episodi della storia di Enea. I riquadri sono intervallati da inserti lineari a monocromo, con ovoli separati da foglie, contenenti minute sfere dorate.

Il medaglione centrale, a forma di croce, è circondato da una cornice con fiori a monocromo entro cerchi dorati, foglie negli angoli e modanatura interna ad astragalo a fusarole e perline. La scena figurata, quasi completamente ridipinta tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del secolo successivo, ritrae Atena in piedi su una nube che guarda verso una figura femminile di spalle, seduta ai suoi piedi, con accanto un libro aperto e un globo. Nella zona libera tra la fascia perimetrale e il medaglione centrale vi sono quattro rosoni a monocromo, con parte interna dorata e serto di alloro, sempre dorato. nel corso del tempo, le sovrapporte sono state rimosse e due di queste, raffiguranti l’Incontro di Enea e Didone e il Vaticinio di Èleno, sono oggi conservate nei depositi dei musei civici di Brescia.

Tra le finestre della parete di destra si trova il caminetto in marmo giallo e nero eseguito da Angelo Orlandi; la soprastante specchiera in legno intagliato e dorato ha lesene con fiori entro cerchi, cornicione con modanatura a baccellature e a kyma di cime di foglie, e riquadro rettangolare superiore con fiore e girali d’acanto.

La parete opposta, che fa da filtro tra la sala principale e i tre ambienti minori, è rivestita da una boiserie lignea bianca e oro. Le porte dei boudoirs sono sormontate da un timpano triangolare e da racemi vegetali dorati, mentre il passaggio tra la sala e l’alcova avviene attraverso un arco ribassato sostenuto da una mensola a ricciolo, decorato con racemi e festoni dorati e con una testa femminile posta sulla chiave di volta.

La quadratura architettonica e i colori dominanti della volta piana dell’alcova sono in sintonia con quelli del soffitto della sala principale. La fascia perimetrale ha riquadri angolari con racemi monocromi e festoni di alloro in oro, che si sviluppano intorno a uno stemma centrale raffigurante una divinità mitologica in monocromo (Giove, Giunone, Diana e Mercurio). Sotto il riquadro, in uno spicchio triangolare con sommità concava, si trova un decoro floreale in oro che sostiene nastri e mazzi di fiori. I riquadri al centro dei lati rappresentano un paesaggio, una scena all’antica all’interno di un tempio, un veliero tra il mare in tempesta e un veliero che naviga su un mare calmo. Nel medaglione centrale, circondato da cornici e modanature di varie forme e con diversi decori a monocromo e oro, è rappresentata la lotta tra Minerva e Marte, aiutato da Venere e Cupido. A differenza del dipinto centrale della sala principale,  in questa scena si può apprezzare pienamente la maestria raggiunta da Scalvini nel raccontare storie tratte dai poemi epici (in questo caso, dall’Iliade di Omero), il suo sapiente uso dei colori, la freschezza della composizione e la grazia nel delineare le figure e il paesaggio.

Il gabinetto di sinistra ha pareti suddivise in semplici specchiature lineari con cornici ocra e rosa; il soffitto è suddiviso in riquadri ornati internamente da girali d’acanto a monocromo su fondo ocra, mentre i riquadri alle estremità contengono arabe fenici con code a girali d’acanto. I diversi riquadri sono separati da cornici monocrome, che alle estremità contengono due medaglie circolari con anfora monocroma su fondo scuro.

Il boudoir di destra, ad uso di gabinet de toilette riservato a Paola Uggeri, è stato affrescato da Pietro Scalvini con decori di ispirazione neopompeiana inseriti all’interno di quadrature architettoniche di gusto neoclassico. Il soffitto è sempre suddiviso in riquadri separati da cornici monocrome, i più grandi dei quali ornati internamente con racemi policromi su fondo verde scuro; i riquadri angolari hanno coppie di donne con gambe a racemi vegetali e racemi su fondo rosa chiaro, mentre i rettangoli tra i riquadri angolari contengono coppie di satiri tra racemi monocromi, che sostengono una cesta di fiori e festoni. Completano la decorazione due piccoli tondi con figure femminili e fiori e il riquadro centrale a croce greca, con fiore dorato tra quattro racemi circolari azzurri e racemi dorati. Le pareti sono scandite da snelle lesene con grottesche e piccoli medaglioni ellittici contenenti putti e sono suddivise in specchiature simili a quelle della volta, impreziosite da piccoli cammei con scenette mitologiche e da tre medaglioni con scene figurate su fondo azzurro, posti al centro della parete confinante con l’alcova e nelle due sovrapporte. Il cornicione è dipinto con girali vegetali policromi intervallati da maschere e cammei con figurine mitologiche, mentre la zoccolatura a semplici specchiature monocrome è separata dal resto della parete mediante una cornice a meandro.

Stefania Cretella

Sala 8 Corridoio dei trionfi

L’andito che conduce all’alcova, detto Corridoio dei trionfi, conserva ancora le due sovrapporte nelle pareti minori e gli affreschi della volta e della parete rivolta verso il cortile interno e lo studio, opere di Pietro Scalvini, mentre nulla si conserva nella parete confinante con la sala 5. All’interno delle quadrature architettoniche, giocate sul delicato contrasto tra le strutture monocrome e i fondi sui toni chiari del rosa e del verde, Scalvini dipinse scene e composizioni legate al tema militare. La volta piana è suddivisa in riquadri da cornici mistilinee con festoni di alloro legati da nastri in finto rilievo. I riquadri laterali, a fondo verde con girali vegetali in monocromo, contengono un inserto quadrilobato raccordato alla cornice che contiene la rappresentazione di un elmo su fondo giallo. La zona centrale è occupata da un riquadro, sempre a fondo verde e decori monocromi, che ospita una finta cupola ellittica, con rosone centrale e costolature a raggi. Lo spazio tra i tre settori è occupato da composizioni d’acanto a monocromo su fondo rosa. La superficie della parete maggiore, interrotta da una finestra e dalla porta di accesso allo studio, è suddivisa in settori decorati come il soffitto. Al centro della specchiatura principale si trova un medaglione circolare con panoplia d’armi. Nelle medaglie quadrilobate poste nelle tre sovrapporte sono raffigurate panoplie d’armi, scene di battaglia e di trionfo.

Stefania Cretella

Sala 7

La Sala, adiacente al Corridoio dei trionfi che conduce all’alcova, conserva solo il riquadro collocato sopra la porta di collegamento con la sala del Camino nero. Si tratta di un riquadro a monocromo, caratterizzato dalla presenza di un cupido in volo chiuso entro una serie di cornici e modanature di varia forma, con motivi classici a finto rilievo (festoni con piccoli cammei, astragalo a sole perline, kyma di foglie, riquadri con fiori).

Stefania Cretella

Sala 6 Sala del Camino nero

La Sala del Camino nero conserva solo le sovrapporte, le soprafinestre e la fascia perimetrale del soffitto, impostato su un cornicione a modanature semplici.

La fascia esterna del soffitto finge la presenza di un parapetto pieno, poggiante su un basso basamento ornato da triglifi e festoni dorati e profilato superiormente con una modanatura continua a kyma ionico. Nei quattro angoli il basamento si sporge verso l’esterno, in modo da creare un piedistallo su cui si poggiano gruppi marmorei composti da coppie di figure femminili con tentacoli al posto delle gambe, che sorreggono una cornice ovale dorata, contenente scenette monocrome su fondo marrone (carrozza trainata da cavalli, scena di battaglia, comandante su una biga trainata da schiavi, soldato a cavallo su un campo di battaglia). La parte sporgente del basamento è ornata con una protome leonina o un mascherone che stringe tra la bocca un festone dorato. Il paramento che insiste lungo i lati maggiori è suddiviso in tre parti, divise da pilastrini. Le sezioni laterali sono decorate con festoni dorati e un cammeo centrale di forma ovale, rappresentante busti di profilo, mentre la parte centrale, più alta rispetto alle laterali, ha la superficie dipinta con un intreccio di racemi dorati e girali d’acanto monocromi e sul punto più alto del parapetto è appoggiato un vaso con fiori e racemi vegetali, alcuni dei quali stretti tra le mani dei putti in monocromo che si ergono sui pilastrini adiacenti. I lati minori sono sempre composti da due parti laterali, identiche a quelle dei lati maggiori, che affiancano la zona centrale più alta, delimitata superiormente da un timpano circolare spezzato, su cui volano putti che sorreggono un cesto di rami e frutti.

Il riquadro sopra le due finestre rivolte verso il cortile è incorniciato da una serie di modanature dipinte che contengono un festone con drappo dorato. Le soprapporte, di forma quadrata, sono composte da diverse modanature che delimitano il medaglione ellittico centrale, contenente scene in monocromo su fondo azzurro.

L’elemento caratteristico delle tre soprapporte è invece identificabile con il medaglione centrale, ornato a monocromo su fondo azzurro con scene di vario genere (scena composta da un cavaliere a cavallo e una figura a terra con cane; due figure accanto a un quadro; scena con due cavalieri a cavallo e una donna inginocchiata che sorregge un bambino;

Nella sala si conservano ancora il caminetto in marmo nero e la specchiera neoclassica, con cesto di fiori, festoni e riquadro superiore con tre teste a cammeo.

Stefania Cretella

Sala 14 Sala delle candelabre

La Sala delle candelabre, adiacente alla Sala dei Grifoni e comunicante con la Galleria delle sfingi, deve il proprio nome al motivo decorativo dominante, recuperato dal repertorio classico e proposto in chiave monumentale all’interno delle specchiature che scandiscono le pareti. Il grande salone, oggi adibito a sala delle lauree, venne dipinto da Giuseppe Reina nel 1783, come testimoniano i due cartigli inseriti nelle candelabre presenti nella parete di fondo. La decorazione pittorica, giocata sui toni del grigio, del verde chiaro e del crema, è costituita da una quadratura architettonica semplice e rigorosa che suddivide le pareti e la volta in specchiature e riquadri di varie forme e dimensioni, che ospitano i diversi elementi ornamentali in grisaille. La sezione inferiore delle pareti è occupata da una semplice zoccolatura monocroma sulla quale si impostano pilastri scanalati con capitelli ionici collegati da festoni di foglie e frutti, affiancati a lesene con motivi vegetali. Nelle pareti minori, le porte a doppio battente che permettono l’accesso alle sale limitrofe sono sormontate da sovrapporte con composizioni di foglie e girali d’acanto davanti a bastoni incrociati terminanti con una pigna, mentre lo spazio laterale è occupato dalle candelabre in monocromo. La parete confinante con la galleria, dotata di una doppia porta centrale con due sovrapporte simili alle precedenti, è suddivisa in quattro specchiature: il primo riquadro, posto all’estremità orientale, ospita il grande stemma araldico della famiglia Calini, composto da una scala e una bandiera, sormontato da un elmo e circondato da stendardi, faretra, insegne e rami di alloro, allusione a trionfi militari; i riquadri ai lati delle porte, stretti e allungati, sono occupati da motivi a candelabra; l’ultimo riquadro ripropone lo stemma dei Calini, questa volta circondato da simboli cardinalizi, rami di alloro e di palma.

Nella parete su via delle Battaglie si aprono tre finestre che riducono sensibilmente la superficie a disposizione per la decorazione pittorica, composta dalle solite coppie di lesene e pilastri, da due riquadri con motivi a candelabra e da tre soprafinestre, le due alle estremità con festoni di drappi, quella centrale con motivi ornamentali vegetali.

Il passaggio tra le pareti e la volta è sottolineato da un cornicione dipinto con modanature semplici, a ghirlanda e a Kyma lesbo continuo.

Il centro della volta a botte ribassata presenta un medaglione rettangolare, con i lati minori curvilinei, chiuso da una serie di modanature alle quali si connettono le costolature architettoniche che partono dalla base del soffitto, creando riquadri e nicchie. Nel medaglione insistono un riquadro centrale ottagonale, due riquadri rettangolari e diversi inserti, tutto dipinto con rosette, conchiglie e ornamenti di ispirazione vegetale in finto stucco, che ritornano anche nelle candelabre e nei riquadri della fascia perimetrale, nei quali compaiono anche patere con teste leonie, animali mostruosi, anfore, composizioni di fiori e trofei con strumenti musicali. Le nicchie circolari alla base del soffitto sono invece costituite da conchiglie.

Stefania Cretella

Sala 4 Sala delle prospettive

L’accesso alla Sala delle prospettive avviene attraverso la porta a settentrione del Corridoio delle stelle. Secondo i documenti d’archivio, la sala era utilizzata come sala da pranzo e gli affreschi attuali furono realizzati nel 1782 da Saverio Gandini e Pietro Scalvini, in sostituzione delle precedenti decorazioni di Antonio Mazza. Un’idea del precedente intervento si può avere dal lacerto di affresco posto nella parete confinante con l’anticamera, che mostra il frammento di un decoro monocromo a foglie d’acanto.

Le pareti sono suddivise in tre settori da specchiature a candelabra, composte da elaborati motivi policromi che comprendono erme, satiri, putti alati, creature di fantasia, animali di vario genere, attrezzi agricoli, strutture e decorazioni architettoniche, riquadri con paesaggi, cammei con figure all’antica e soggetti mitologici, festoni di fiori, girali d’acanto, drappi e fili di perle. Al centro della parete prospiciente l’ingresso si trova il camino in marmo nero e giallo con specchiera incorniciata entro una modanatura in stucco a baccellatura con profilatura interna dorata, mentre nelle altre tre pareti sono inseriti grandi riquadri raffiguranti prospettive architettoniche, delimitate da una cornice dipinta secondo il modello della cornice della specchiera. Al di sotto di ciascun pannello si trova un riquadro rettangolare, dipinto con grottesche policrome su fondo bianco. Il tema delle grottesche si ripete anche nelle porte, negli sguinci e nelle ante delle finestre, nei pannelli che formano la zoccolatura delle pareti e in alcuni riquadri del soffitto.

Nella parete d’ingresso e nella parete col camino, i due settori laterali sono occupati dalle porte, sopra le quali si inseriscono medaglioni ellittici entro doppia cornice dorata, circondata da quattro decori a foglie d’acanto monocrome. Nei medaglioni sono raffigurati il Trionfo di Nettuno e Anfitrite e scene con protagonisti Diana, Apollo e Giove. I settori laterali della parete rivolta su via delle Battaglie ospitano le finestre, mentre la parete confinante con l’anticamera non ha aperture ma pannelli di forma e dimensione analoga a quelle del riquadro centrale, contenenti festoni e racemi dorati, coppa, testina e girali d’acanto monocromi. Il centro del pannello è occupato da un medaglione ellittico, circondato da quattro riquadri a grottesche, contenente una scena a monocromo, sempre opera di Scalvini.

Il cornicione delle pareti è dipinto con girali d’acanto policromi.

La fascia perimetrale della volta è suddivisa in riquadri, delimitati dalle medesime cornici delle pareti e separati da specchiature verticali con decoro a grottesca. I riquadri angolari contengono un putto con cane, entrambi con parte inferiore del corpo trasformata in girali d’acanto, dipinti a monocromo e festoni di foglie dorati. Al centro di ciascun lato ci sono invece dei riquadri rettangolari contenenti scene contemporanee che rimandano ad allegorie delle Stagioni, con figure dipinte da Scalvini e ambientazioni probabilmente da attribuire al Gandini. L’inverno è rappresentato da uno spettacolo di attori durante il carnevale, la primavera dalla veduta della corte di una villa con nobili a passeggio e giardinieri al lavoro, l’estate dalla raffigurazione della vita e delle attività tipiche di una villa di campagna e l’autunno dal mercato del vino. Il settore centrale è separato dalla fascia esterna attraverso una cornice con riquadri a grottesche. La zona tra la cornice e il medaglione centrale è suddiviso in quattro riquadri contenenti un cavallo, un leone, un coccodrillo e un dromedario, tutti con la parte inferiore del corpo trasformata in girali d’acanto monocromo, tra racemi di foglie e bacche dorati. Il medaglione di Scalvini, circondato da quattro riquadri a grottesche, raffigura Fetonte e il carro del sole (il soggetto dell’affresco è dichiarato dallo stesso Scalvini nella polizza di pagamento): nella parte inferiore si svolge il banchetto degli dei (Mercurio, Ercole, Bacco, Marte, Nettuno, vari putti, ninfe e musicanti); al centro, in lontananza, si intravede il carro guidato da Fetonte, mentre nella parte superiore vi sono putti e fanciulle con ali di farfalla che sorreggono cesti e rami fioriti.

Stefania Cretella

Sala 5 Corridoio delle stelle

Il Corridoio delle stelle, un tempo utilizzato anche come cappella, si presenta come un ambiente di passaggio e di collegamento tra l’anticamera, la sala delle Prospettive e le altre stanze dell’appartamento meridionale, affrescato da Gandini e Scalvini nel 1782. Nella parete minore, rivolta verso est, si trova un armadio a muro, in origine destinato a contenere l’altare domestico, con doppia anta dipinta con quattro riquadri con decoro a monocromo su fondo verde.

Le falde del soffitto sono dipinte con un ornato a girali monocromi, che nei lati maggiori si trova inserito in riquadri a fondo rosso cupo. Al centro di ciascun lato vi è un medaglione a cammeo dipinto da Pietro Scalvini; negli angoli vi sono medaglie ovali dal contenuto ormai illeggibile. Nel soffitto si sviluppa un motivo a cassettoni ottenuto dall’incastro di riquadri quadrati, a stella e a losanga. All’interno degli elementi quadrati, contenenti riquadri ottagonali, si trovavano ventiquattro inserti ottagonali con tracce di decorazioni raffiguranti vari tipi di vasi, coppe e anfore, alternati ad altrettanti cammei circolari dipinti da Pietro Scalvini, oggi scomparsi. Le pareti non presentano tracce di decorazione pittorica, ma è possibile ipotizzare che un decoro analogo a quello del soffitto fosse presente anche sulle pareti, dato che, secondo quanto riportato dai documenti d’archivio, Scalvini realizzò in tutto 128 cammei piccoli.

Stefania Cretella

Sala 3 Anticamera

Dalla porta posta nella parete meridionale del vano dello scalone si accede all’anticamera dell’appartamento di meridione, dipinta con quadrature di Domenico Crivelli e figure di Pietro Scalvini. Le pareti sono suddivise in specchiature, che alternano pannelli di larghezza minore a pannelli di maggiori dimensioni. Le specchiature minori sono dipinte a monocromo con un nastro che si avvolge a spirale intorno a un ramo fogliato; le specchiature maggiori presentano motivi a candelabra monocromi su fondo rosa, terminanti con uccelli dal valore simbolico (la colomba con il ramo d’ulivo stretto nel becco, l’aquila con fulmini e saette tra gli artigli e l’araba fenice che risorge dalle fiamme). La zoccolatura è dipinta con semplici modanature lineari che delimitano una specchiatura rosa. Nelle pareti maggiori sono anche presenti due finte porte con un decoro dorato. Le sovrapporte contengono medaglioni circolari con vasi con coperchio a monocromo su fondo marrone.

Il soffitto è suddiviso in riquadri ed è sempre dipinto a monocromo con alcuni elementi di fondo rosati. Il perimetro è diviso in dodici specchiature: i riquadri angolari sono a cassettone, con rosone centrale, mentre gli altri, di dimensioni differenti, sono ornati con girali d’acanto e vasi a monocromo su fondo rosa. La parte centrale è separata dalla fascia perimetrale attraverso una cornice a meandro, che sottolinea anche la base della volta e separa i riquadri angolari. Il rettangolo centrale ospita due specchiature laterali, con girali d’acanto, e un medaglione circolare con figura allegorica con diversi attributi (gru, lucerna e libro), sottolineato da quattro inserti triangolari contenenti un fiore.

Stefania Cretella

Sala 3

Lungo il lato rivolto verso la strada si susseguono tre sale decorate verso la fine del XVIII secolo. La prima (Sala 3) presenta pareti di colore neutro, con una finta zoccolatura a riquadri in marmo giallo, simile al rivestimento del camino e degli stipiti delle porte. Le tre soprapporte sono decorate con stucchi bianchi raffiguranti allegorie dell’Aria (mongolfiera, aquilone, bandiere, bandierina segnavento, farfalla, uccello con ali spiegate e girali d’acanto), del Fuoco (officina di un fabbro, araba fenice tra le fiamme e girali d’acanto) e dell’Acqua (pesci, rete da pesca, tridente e fiocina, piante acquatiche e airone), mentre il riquadro sopra la specchiera del camino presenta un’anfora cesellata tra girali d’acanto. La volta è dipinta con quadrature neoclassiche che circondano il medaglione centrale. In ciascun riquadro angolare si inserisce un cassettone con rosone circondato da rami con foglie, mentre nelle cornici rettangolari al centro di ciascun lato sono dipinti paesaggi. Il medaglione centrale è chiuso da una cornice di forma quadrata, con varie modanature all’antica, che contiene una cornice a losanga con girali d’acanto, piume e uccelli. Lo spazio tra la cornice quadrata e la losanga è decorato da foglie d’acanto in finto stucco. Al centro della losanga si inserisce il rosone formato da un drappo a ombrello, fissato al bordo della cornice circolare.

Sala 2

La seconda sala rivolta verso la corte ha pareti lisce, con zoccolo inferiore ornato da riquadri con motivo a losanghe e modanatura con kyma di foglie. Nelle soprapporte sono rappresentati episodi tratti dalle Metamorfosi di Ovidio, dipinti a monocromo su fondo rosso, entro cornici con modanature a kyma (Ratto di Proserpina; Perseo e Andromeda, Apollo e Dafne; Bacco e Arianna). Il soffitto è dipinto con finte quadrature architettoniche a monocromo che riprendono lo stile delle soprapporte. La fascia esterna è suddivisa in otto riquadri divisi da lesene con decori a candelabra. I riquadri angolari, con racemi vegetali, recano al centro medaglioni ellittici con divinità a monocromo su fondo rosso (Giove, Diana, Marte, Mercurio), circondati da una cornice a ghirlanda di foglie e frutti. I riquadri al centro dei lati presentano vasi con fiori tra coppie di putti alati. Il medaglione centrale è composto da diverse cornici concentriche di varie forme e con diversi motivi decorativi (fregi a onde continue, anthemion, foglie d’acanto, tralci di rose), che terminano nell’oculo centrale con Saturno, Venere e Cupido.