Sala 1

La prima sala dell’ala principale, confinante con il Salone d’onore e rivolta verso la corte interna si distingue per le pareti tinte uniformemente di giallo, fatta eccezione per la finta zoccolatura a riquadri marmorei che si sviluppa nella parte inferiore. Il riquadro sopra il camino e le soprapporte presentano panoplie in stucco bianco su fondo giallo: il riquadro maggiore è composto da torce accese, spartiti e strumenti musicali legati a un nastro, tra rami di quercia; la prima soprapporta da una torcia accesa, un falcetto e un fascio di spighe e fiori (Estate); la seconda da un annaffiatoio pieno di fiori, un ramo fiorito e un nido con due colombe (Primavera); l’ultima due bastoni terminanti con un motivo a pigna e un canestro di vimini contenente selvaggina, uva e vari frutti (Autunno). Il soffitto è dipinto con una volta a tromp l’oeil costituita da una cornice terminante con una balaustra di forma quadrata con angoli smussati. La cornice è costituita da diverse modanature con vari motivi decorativi all’antica; la parte centrale è dipinta a monocromo con girali d’acanto e pampini d’edera. Nei quattro angoli sono inseriti medaglioni circolari sostenuti da coppie di sfingi, raffiguranti i quattro continenti a monocromo su fondo rosa. Al centro di ciascun lato si inserisce inoltre una lunetta con testa: il capo è coperto di foglie o frutti, mentre dalla bocca fuoriescono due girali d’acanto. La cornice si apre su una volta architettonica, dipinta sui toni chiari del rosa, del verde e dell’azzurro, suddivisa in nove riquadri di varie dimensioni. I riquadri angolari sono decorati con racemi vegetali in finto stucco; i riquadri al centro dei lati hanno racemi vegetali in finto stucco negli angoli e un medaglione centrale ottagonale con anfora e racemi vegetali, sempre in finto stucco; il medaglione centrale, di forma rettangolare, con girali d’acanto e decori floreali in finto stucco, contiene un oculo ellittico con il carro di Fetonte a monocromo su fondo azzurro.

Sala 2 Sala degli Antenati

La sala posta a sera dello scalone, detta Sala degli Antenati, è affrescata con quadrature realizzate da Antonio Mazza nel marzo 1781 e con figure probabilmente di mano di Andrea Nanini. Il soffitto piano, ancora permeato di movenze e passaggi cromatici tipici del barocchetto lombardo di metà Settecento, finge la presenza di una mossa volta con volute, cartouche e festoni vegetali, aperta nel centro da un grande oculo che mostra un cielo nuvoloso, popolato da putti. Il primo livello della quadratura architettonica è costituito da un paramento monocromo con volute, cartouche, specchiature angolari con racemi vegetali in finto rilievo e festoni di fiori policromi. Al centro di ogni lato si inserisce una sorta di cartiglio a edicola contenente una figura femminile seduta su una nuvola, a volte accompagnata da un putto, dipinta a monocromo su fondo giallo. Le figure sono dotate di attributi che rimandano al tema della musica e del teatro (cetra, tromba, triangolo, maschera). La struttura è profilata da una cornice mistilinea leggermente aggettante e nei quattro lati si inserisce una testina femminile con collana di foglie dorate. Sopra la cornice, in corrispondenza di ciascuna testa, si trova una coppa dorata con fiori. Il secondo livello è suddiviso in otto riquadri da elementi di raccordo curvilinei, che connettono la base al cornicione centrale; all’interno dei riquadri sono dipinti racemi vegetali in oro su fondo rosa. Il cornicione che delimita lo spazio dell’oculo centrale ha un andamento mistilineo a otto lobi, con decorazioni floreali policrome o in monocromo blu, aperture cuoriformi, decori a conchiglie e foglie.

La parte figurata rappresenta un cielo coperto da nubi, popolato da gruppi di putti con strumenti musicali. Il gruppo principale occupa la metà inferiore del cielo e rappresenta tre putti alati con strumenti musicali, spartiti, drappi svolazzanti e un cigno. Nella parte superiore si trovano una testa alata e una coppia di amorini in volo con mazzi di fiori in mano e una nuvola scura che fuoriesce dal limite dalla cornice ed è abitata da ulteriori amorini, privi di attributi.

Considerando i numerosi rimandi al mondo musicale, è probabile che la sala fosse utilizzata in origine come sala della Musica.

Le tre soprapporte sono dipinte con un medaglione circolare raffigurante un busto maschile in monocromo; la cornice, decorata con un motivo a ovoli, si inserisce tra due cornucopie da cui fuoriescono frutti e rami con foglie. Nella parte superiore si trova un bottone da cui pendono due nastri che cadono intorno alla parte superiore della cornice.

Stefania Cretella

Salone d’onore

Il Salone del piano nobile è caratterizzato dall’imponente affresco della volta eseguito da Carlo Innocenzo Carloni intorno al 1750. La volta presenta una quadratura architettonica rococò con cornici mistilinee, mensole a ricciolo e balaustra che corre lungo il profilo superiore e che fa da cornice al medaglione centrale. La finta architettura è decorata da festoni di fiori, quattro medaglioni raffiguranti putti bacchici a monocromo su fondo giallo e da panoplie d’armi ai quattro angoli. Il medaglione centrale è occupato da un Trionfo in Olimpo che comprende diverse scene disposte in modo da accentuare la digressione prospettica in profondità: il primo episodio rappresenta Mercurio che accompagna Venere, Atena e Giunone al Giudizio di Paride; sulla destra si inserisce un gruppo di divinità formato da Saturno, Apollo, Diana, Bacco e un satiro; al centro il banchetto degli dei con Giove, Marte, Ercole e Nettuno. Completano l’affresco una numerosa serie di putti alati e figure femminili. Le pareti sono suddivise in specchiature separate da grappoli di frutti sostenuti da nastri, che compaiono anche nei festoni del fregio superiore. Le specchiature principali poste nelle pareti maggiori sono ornate da panoplie d’armi; questi elementi sono stati eseguiti trent’anni dopo la volta, come dimostrano la presenza dello stemma con i simboli delle famiglie Maggi e Chizzola, realizzati in occasione delle nozze tra Paolo Chizzola e Bianca Maggi. Le soprapporte sono affrescate con panoplie composte da oggetti e tondi in monocromo bronzo raffiguranti putti, legati al tema delle arti (musica, scultura, pittura, architettura, poesia).

Sala 15 Corridoio a L

Superata la porta di fondo della Galleria delle Sfingi si raggiunge un corridoio a L affacciato verso il cortile interno, formato da una campata in asse con la galleria, una campata di raccordo e due campate sul lato lungo. Le pareti, dipinte in verde acqua come i soffitti, sono scandite da pilastri angolari e da lesene binate con capitelli ionici in stucco bianco, che sostengono gli archi ribassati che suddividono in campate la volta a botte. Sono realizzate in stucco anche i timpani triangolari delle finestre, le cornici delle finestre cieche superiori, i doppi stemmi coronati  dei Calini e degli Avogadro, e le panoplie d’armi, i decori vegetali delle lunette, i rosoni e le cornici dei medaglioni delle volte. Tra le lesene delle pareti piene della terza e quarta campata sono dipinte a trompe l’oeil finestre simili a quelle presenti nelle pareti opposte.

I medaglioni delle volte sono dipinti a monocromo con gruppi di figure allegoriche e mitologiche poste su nuvole. Nel primo, la Virtù, una figura femminile alata  con asta e medaglione a forma di sole, viene incoronata da una seconda figura posta al vertice della composizione, identificabile con la Gloria; una terza figura femminile e quattro putti sorreggono vari attributi che rimandano al tema della gloria e del potere militare e religioso (corone, galero, bandiere, spade, scudi, scettri e lance). Nel secondo, la protagonista è l’allegoria della Pace, interpretata da una fanciulla con il capo cinto da una corona di ulivo, che tiene in mano una cornucopia carica di frutti e nell’altra un ramo d’ulivo; con il piede sinistro schiaccia un’armatura. Il putto alla sua sinistra suona il flauto, mentre quello sul lato opposto cavalca un agnello e tiene un leone al guinzaglio. Il terzo medaglione ha al centro Giove, affiancato dall’aquila; nella nuvola sottostante, Atena presenta al re degli dei due putti che sorreggono uno stemma coronato, la cui insegna, non più leggibile, era probabilmente quella della famiglia Calini. Un terzo putto in volo sorregge sulla testa uno scudo, corone, una collana e uno scettro. Infine, sulla destra, una figura femminile, probabilmente Venere, stringe tra le mani due colombe. Nell’ultima campata, due putti armati di lancia, spada e scudo, colpiscono Prometeo, con in mano la torcia accesa, per farlo precipitare dalla nuvola.

Stefania Cretella

Sala 13 Sala dei Grifoni

La Sala dei Grifoni, comunicante con la Galleria delle Sfingi e confinante con la Sala dei Putti e la Sala delle Candelabre, è stata affrescata con quadrature architettoniche di Francesco Vuò e figure di Pietro Scalvini tra il 1780 e il 1781. La quadratura, che modifica otticamente la volta piana, è costituita da una fascia esterna e da una cupola circolare. La fascia esterna è suddivisa in sezioni da archi angolari, dipinti con girali d’acanto policromi tra aquile su fondo bianco, che creano quattro lunette angolari e quattro riquadri di forma irregolare lungo i lati. Le lunette, divise in due settori speculari da una fascia rosa, con al vertice una testa leonina dorata, sono dipinte con girali d’acanto e una coppia di grifoni con coda a foglie d’acanto che terminano con una cornucopia, tutto a monocromo su fondo oro, mentre nei riquadri i girali d’acanto policromi, sempre su fondo oro, si sviluppano intorno a composizioni di strumenti musicali in monocromo. La cornice di imposta della cupola si appoggia agli archi angolari e il punto di raccordo è decorato con rami di alloro monocromi e nastri dorati. Il cornicione di imposta è decorato con una modanatura con motivo a treccia e con una fascia con mensole a foglia d’acanto alternate a metope quadrate con rosellina. Segue un livello con lunette a conchiglia e vele decorate internamente con girali policromi, mentre le sezioni triangolari tra le vele sono decorate a girali dorati. Superiormente, la fascia è chiusa da modanature e da una balaustra. Sul cornicione si appoggiano alcuni vasi di fiori. Al di là balaustra, si vede la calotta della cupola, con rosone centrale, costolature e specchiature con motivi a candelabra a monocromo.

Stefania Cretella

Sala 12 Sala dei Putti

La prima sala accanto alla galleria, detta Sala dei Putti, si caratterizza per la ricca decorazione della volta, affrescata con una quadratura architettonica marmorea arricchita da decori in policromia e numerosi dettagli in oro. Gli affreschi sono stati realizzati da Francesco Vuò tra il 1780 e il 1781, con la collaborazione di Pietro Scalvini, autore delle parti figurate. Il livello esterno è formato da lunette ribassate e da medaglioni angolari. Le lunette, che occupano l’intera lunghezza dei lati, sono decorate da girali d’acanto a monocromo su fondo rosa, mentre al centro dello spazio si trova una coppia di putti monocromi accanto a un vaso. Nei medaglioni ovali sono ritratte figure femminili sedute su nuvole, dipinte a monocromo su fondo oro. Il medaglione è incastonato nel finto cornicione marmoreo, arricchito da una cornice a ghirlanda d’alloro e da un festone di frutti rossi, legati alle estremità con nastri dorati. Il livello successivo è suddiviso in otto sezioni: quattro fasce radiali di raccordo tra i medaglioni e il centro della volta e quattro riquadri di forma trapezoidale. Gli elementi di raccordo sono decorati con un inserto centrale a candelabra su fondo azzurro, con due fasce laterali di larghezza minore, dipinte con un motivo a candelabra su fondo oro, e con un riquadro superiore posto tra due mensole a foglia d’acanto, contenente una testa femminile tra girali d’acanto. I riquadri trapezoidali, profilati da una cornice con foglie d’acanto a monocromo su fondo oro, contengono medaglioni ottagonali o esagonali con putti monocromi su fondo rosa, affiancati da una torcia accesa e da una faretra con arco e frecce, con rami di alloro. Davanti a ciascun riquadro pende un festone di frutti e foglie.

Il centro della volta è occupato da una specchiatura ottagonale, chiusa da una modanatura a baccellature; il centro accoglie una cupoletta in trompe l’oeil con rosone, fascia a foglie e riquadri con foglie d’acanto, balaustrini e fiori e in finto rilievo, mentre lo spazio tra l’oculo circolare e la cornice a otto lati è decorato con girali d’acanto, creature di fantasia e candelabri in finto rilievo.

Stefania Cretella

Sala 11 Galleria delle Sfingi

Dalla porta destra della parete posta di fronte allo scalone si accede alla Galleria delle Sfingi, dipinta tra il 1781 e il 1782 con quadrature di Giuseppe Reina e con inserti figurati realizzati da Pietro Scalvini su disegno di Giovanni Manfredini, padre di Giuseppe. Le scene mitologiche rappresentate nei diversi riquadri delle pareti e della volta sono tratte dalle Metamorfosi di Ovidio.

Le pareti maggiori, aperte sulla destra da finestre rivolte verso il cortile e sulla sinistra da porte che conducono alle sale laterali, sono dipinte con specchiature intervallate da lesene con fusti scanalati in marmo rosa e capitelli corinzi; le specchiature di dimensioni minori, chiuse entro cornice dorata, superficie in verde chiaro e modanatura monocroma con festone di foglie, sono dipinte a monocromo con candelabre o con panoplie d’armi; le specchiature maggiori, poste tra quelle in monocromo, sono invece dipinte con motivi a candelabra policromi, composti da girali e foglie d’acanto, vasi e cartiglio contenente una cornice raffigurante un soggetto mitologico (Pan e la ninfa Siringa; Cupido; Giove e Semele; Giunone in sembianze di Beroe e Semele). Lo schema distributivo delle lesene e delle specchiature non è stato studiato per adattarsi alla presenza delle diverse aperture, che nel caso delle porte del lato sinistro determina il taglio e l’interruzione del motivo decorativo. La zoccolatura delle pareti maggiori finge la presenza di marmi rossi con inserti in marmi verdi; gli inserti circolari contengono un fiore dipinto in giallo chiaro, mentre quelli rettangolari presentano un festone vegetale sorretto alle estremità da nastri. Il fregio che corre all’altezza dei capitelli è dipinto in giallo e contiene inserti con foglie e bacche di alloro, legati al centro da nastri dorati. Il cornicione che separa le pareti dalla volta è invece composto da modanature in finto marmo e oro, scolpite con diversi motivi di ispirazione classica.

Le pareti minori sono occupate quasi interamente dalla porta a doppia anta; ai lati delle porte sono dipinte una colonna e una lesena angolare, mentre nella parte superiore si trova una soprapporta a lunetta, ornata da festoni di fiori. La lunetta sopra la porta che immette al vano dello scalone rappresenta Mercurio e il pastore Batto, mentre nella lunetta al capo opposto della galleria vi sono Giove, Giunone e Io, trasformata in una giovenca.

La volta a botte ribassata è dipinta con soggetti, decorazioni e colori che riprendono quelli delle pareti, creando un insieme armonico e uniforme. Le lunette alle estremità della volta si caratterizzano per la presenza di un medaglione circolare con scena mitologica in monocromo, sostenuto da una coppia di sfingi. Il medaglione verso lo scalone rappresenta la punizione di Prometeo, mentre sul lato opposto vi è l’episodio di Giove e Callisto. La lunetta si allunga in un’unghia triangolare, suddivisa in tre riquadri con decori policromi a conchiglia, racemi vegetali e testa femminile (quella verso lo scalone è oggi illeggibile) circondata da foglie di palma. La lunga copertura della galleria è suddivisa dalla quadratura architettonica in tre parti; le campate alle due estremità sono attraversate da un arco cassettonato e sono decorate da conchiglie e specchiature con girali d’acanto. La zona centrale è dominata da una finta cupola a cassettoni, con cornicione di base sostenuto da mensole ornate da testine femminili. Intorno alla cupola vi sono quattro medaglioni: quelli appoggiati al cornicione delle pareti hanno una cornice ovale posta tra due creature femminili con braccia a forma di ali di farfalla e con coda a foglie d’acanto, e raffigurano Giove e Diana e il Ratto di Europa. Gli altri due medaglioni sono racchiusi entro una ghirlanda dorata di fiori e nastri, a sua volta incastonata tra una coppia di torciere, da cui fuoriescono aquile, circondate da rami di alloro e girali d’acanto. I soggetti raffigurati sono Giove e Leda e il Ratto di Ganimede. Completano la decorazione della volta candelabre policrome, festoni di rose e festoni di frutti dorati.

Stefania Cretella

Sala 1 Scalone

Lo Scalone dell’ala sud fu costruito e decorato con quadrature architettoniche di Saverio Gandini nel 1781, come indica la data presente nella quadratura architettonica dipinta nella parte interna della campata d’ingresso al piano terra. Se la parte interna, rivolta verso la scalinata, finge la presenza di decorazioni e strutture architettoniche, come modanature, chiave di volta aggettante e specchiature in marmo verde, la volta della campata è dipinta con girali d’acanto a monocromo su fondo rosa. La scala, chiusa inferiormente da un cancello in ferro battuto, è formata da due rampe e da un ballatoio con ringhiere in ferro battuto, di gusto neoclassico.

Le pareti del vano superiore sono affrescate con finte porte, colonne e loggiati in prospettiva. Sopra le finestre e le porte, sia reali sia dipinte, sono riprodotti medaglioni entro cornici dorate, rettangolari e con gli angoli smussati, che contengono figure allegoriche e putti su nuvole, dipinti in monocromo su fondo scuro.

Alle estremità della parete di fronte alla scala si trovano due porte che conducono alla Sale dei putti e alla Galleria delle Sfingi: il medaglione sopra la porta di sinistra rappresenta la Magnificenza che indica lo stemma con la pianta di un edificio, sostenuto da putti, mentre quello sopra la porta della galleria raffigura la Cortesia che lancia monete verso la coppia di putti. La porzione di muratura compresa tra le due porte è affrescata con una nicchia, fiancheggiata da due colonne con fusto scanalato in marmo rosa e capitelli compositi. All’interno della nicchia si inserisce una statua dipinta a grandezza naturale, probabilmente realizzata come le altre tre sculture dello scalone da Sante Cattaneo. La statua raffigura la Ricchezza, interpretata da una figura femminile con in mano una corona e uno scettro e ai piedi un cofanetto colmo di monete e fili di perle. La parete di destra, rivolta verso il cortile, ha due porte finestre laterali, ma solo la prima è sormontata dal riquadro allegorico, raffigurante la Sapienza con in mano uno scettro splendente e un libro aperto sulle gambe, accanto a un putto con un secondo libro aperto. La parte centrale è affrescata con un porticato con pilastri e colonne, che si apre prospetticamente su un’architettura di gusto rinascimentale. Tra le due colonne è posta la statua dell’Abbondanza, con cornucopia e serto di alloro. La statua posta nella nicchia al centro della terza parete raffigura invece la Nobiltà, con la lancia e la stella sulla testa; a sinistra la porta a trompe l’oeil è sormontata dalla raffigurazione della Dignità, figura femminile che sostiene un carico sulle spalle ed è accompagnata da due putti con il galero. Il riquadro sopra la porta che conduce all’appartamento di meridione rappresenta invece la Fortezza con accanto a putti reggenti una lancia.

La porzione sinistra della quarta parete è dipinta con una finta porta sormontata dal riquadro della Virtù, immaginata come una giovane alata con corazza ornata con il sole, che tiene in mano una lancia e una corona di alloro; il putto accanto a lei stringe nella mano un ramo di quercia. Tra le colonne del loggiato, simile a quello dipinto nella parete prospiciente, si trova l’ultima statua a grandezza naturale, raffigurante il Merito, incarnato da un giovane con testa coronata da un serto di alloro, che tiene in mano uno scettro. L’ultima soprapporta è dedicata alla Scienza, immaginata come una donna con le ali sul capo e uno specchio in mano.

I pilastri e le colonne che scandiscono le pareti sostengono un cornicione con specchiature in marmo rosso separate da metope con decoro a conchiglia, poste in corrispondenza dei capitelli sottostanti. Sul cornicione si impostano le falde della volta a schifo, dipinte con un motivo a rosoni. La sommità piana del soffitto è dipinta con decorazioni monocrome che simulano marmi intagliati: la fascia esterna con angoli curvilinei ha una teoria di fiori entro nastri circolari nei lati rettilinei e composizioni d’acanto negli angoli, mentre la superficie interna contiene il medaglione allegorico entro cornice dorata mistilinea. Lo spazio tra la fascia e la cornice è suddiviso in quattro specchiature con creature di fantasia e girali d’acanto in monocromo su fondo verde chiaro. Il medaglione raffigura la Gloria di casa Calini, probabilmente realizzata da Andrea Nanini nel 1787, in concomitanza con le nozze tra Rutilio Calini e Paola Uggeri e con la fine dei lavori di decorazione dell’intero palazzo. La Gloria alata con in mano la tromba occupa la parte superiore del medaglione, mentre nella parte inferiore, su una nuvola che esce dai limiti della cornice, vi sono tre putti con lo stemma di casa Calini, il serto di alloro e un ramo di quercia; sulla parte sinistra della nuvola sono abbandonate alcune armi (scudo, elmo, arco e faretra), bandiere e un ricco drappo porpora con frange dorate.

La volta del sottoscala è affrescata con cassettoni a losanga contenenti fiori a monocromo su fondo verde chiaro.

Stefania Cretella

Salone d’Apollo

Il grande Salone d’Apollo, posto al centro del piano nobile e affacciato su piazza del Mercato, non deve il suo nome al programma iconografico, ma probabilmente all’utilizzo fattone all’inizio del Novecento come salone da concerti dell’Istituto Musicale Venturi.

Le pareti, dipinte con una tinta azzurra, chiara e uniforme, ospitano sei imponenti medaglioni con cornici in stucco arricchite da grappoli di frutti legati a nastri e foglie d’acanto, che sulla sommità creano una sorta di stemma che sale fino al cornicione sul quale si imposta la volta e le finestre superiori, anch’esse impreziosite da stucchi bianchi. I medaglioni dei lati minori sono ulteriormente decorati da una coppia di putti e dall’aquila dei Martinengo posta sul cornicione. All’interno delle cornici, intorno al 1715 Giulio Quaglio ha affrescato sei episodi di storia antica, tratti dalle Storie di Alessandro Magno di Quinto Curzio Rufo. La parete rivolta verso il cortile interno ospita due riquadri inseriti tra finestre: Muzio Scevola che mette il braccio sul fuoco davanti a Porsenna e Artemisia che beve le ceneri del marito; sulla parete minore è raffigurato Camillo che conquista Falerii ed usa clemenza alle donne che gli offrono le chiavi della città etrusca; tra le porte-finestre della parte verso la piazza sono affrescati Il Messo di Alessandro e familiari di Dario e Alessandro mette a ferro e fuoco la città di Tiro; sull’ultimo lato si trova Creso gettato nel fuoco per ordine di Ciro (distrutto durante la seconda guerra mondiale e ridipinto nel 1948 da Tita Mozzoni sulla base di fotografie: “Iulius Qualeus de Lanijno comesi p.t anno MDCCXV Rifatto nel MCMIIL da T. Mozzoni”).

Al centro della volta, Quaglio realizza il Ricevimento di Ercole nel concilio degli dei nell’Olimpo (Giove, Giunone, Genio alato, Merito, Flora, Venere, Cupido, Marte, Saturno, Nettuno, Plutone, Cerere, Bacco, Diana, Urania, Atena), tema che rimanda alla nomina di Ercole Martinengo a conte palatino assegnatagli dall’imperatore Massimiliano.

Il medaglione è contornato da una cornice mistilinea in stucco bianco, intrecciata con un ramo di foglie e arricchita alle estremità da foglie d’acanto e grappoli di frutti. La decorazione a stucco della sala comprende anche panoplie di armi sorrette da mascheroni ai quattro angoli delle pareti e stipiti e soprapporte con foglie d’acanto, rami con foglie e delicati festoni fitomorfi.

Stefania Cretella

Sala etrusca

La sala, contigua con l’alcova e rivolta verso via Gallo, presenta una particolare decorazione sui toni del bruno, dell’ocra e del nero, con motivi etruschi che ornano sia le pareti che la volta.

La zoccolatura alla base della muratura è creata attraverso una serie di modanature che delimitano l’area centrale, di un marrone uniforme di un tono più scuro rispetto al resto delle pareti. La fascia inferiore è marrone scuro, delimitata nella parte superiore da una doppia linea terracotta e un motivo a fiori a quattro petali. La fascia superiore è più complessa e alterna linee continue fasce di diverso spessore e cromia, con fiori identici a quelli inferiori, un motivo a coppie di meandri alternati a riquadri con una X all’interno e una cornicetta con campanelle e palmette stilizzate.

La cornicetta stilizzata e la greca con coppie di meandri alternati a riquadri delimita inferiormente anche il ricco fregio delle pareti, mentre la parte superiore è occupata da un tralcio di foglie cuoriformi e fiori. La parte principale del decoro è costituita da riquadri a fondo scuro dipinti con lire di diversa foggia che si alternano a riquadri di maggiori dimensioni, contenenti diversi soggetti figurati dipinti con un effetto simile a quello delle figure nere della ceramica antica. Lo schema compositivo è lo stesso per ogni riquadro (medaglione circolare con cornice vegetale, motivo a palmette intorno al medaglione, coppie di figure ai lati), mentre i soggetti ritratti sono sempre diversi. I quattro riquadri delle pareti minori presentano un elmo dipinto nel medaglione e ai lati una scena di battaglia tra un soldato e un cavaliere. La serie dei riquadri del lato maggiore, confinante con la sala 1, presentano: medaglione con testa di leone e due geni alati su un cocchio trainato da una coppia di capre o galli; medaglione con elmo tra coppie di centauri e danzatrici; medaglione con anatra e coppia di putti alati trainati da coppia di tartarughe o lumache. I riquadri del lato maggiore, confinante con il palazzo adiacente, comprendono: medaglione con testa di vaso in terracotta dipinta e due putti alati trainati da una coppia di papere o delfini; medaglione con elmo tra coppie di centauri e danzatrici; medaglione con aquila e coppia di putti alati trainati da coppia di serpenti o farfalle.

Al centro della parete di confine con il palazzo adiacente è presente una nicchia contenente una stufa dipinta con fregi a palmette di vario genere e, nel centro, tre figure di danzatrici con festone vegetale. L’arco che delimita la nicchia presenta motivi a onda continua, fregi a palmette e a foglie d’acanto, riquadri con coppe cesellate e una lira.

La muratura sotto la finestra è dipinta con un putto che tiene al guinzaglio delle quaglie.

Il soffitto ligneo è diviso in cassettoni, distribuiti secondo uno schema geometrico che suddivide la superficie in tre sezioni. La cornice che circonda le tre sezioni, leggermente incassate, è ornata con un delicato motivo a onda e fiori e con crateri in terracotta posti negli angoli e nei punti di congiunzione tra i vari assi della cornice. La strombatura che permette alle sezioni di rientrare rispetto al livello della cornice è composta da modanature dipinte con motivi tratti dall’architettura classica (motivi a dentelli, a ovoli, a perline, a fiori).

Ogni porzione presenta un riquadro centrale di forma rettangolare, con angoli smussati, e dodici riquadri circostanti, di varie forme e dimensioni. Lo spazio tra i vari riquadri, leggermente incassati, è dipinto con rami fogliati e rombi con fiore interno. Nella prima sezione, il riquadro centrale contiene una lira tra due anfore, girali d’acanto e creature di fantasia, mentre i minori sono dipinti con palmetta e racemi vegetali; medaglione con plamette contenente una creatura di fantasia; anfore; composizione di strumenti musicali e anfore. Il settore centrale, più ricco rispetto ai laterali, ha il riquadro principale dipinto con una figura femminile con in mano una corona di alloro, a cavallo di un ippocampo; nei riquadri circostanti si trovano: coppie di cavalli di fronte a un braciere; composizioni di vasi in terracotta o metallo: palmetta; composizioni con testa maschile ed elmi. L’ultimo settore ha il riquadro centrale dipinto con una lira tra due anfore, girali d’acanto e creature di fantasia, mentre i minori sono dipinti con palmetta e racemi vegetali; medaglione con palmette contenente un centauro e un mascherone; anfore; composizione di strumenti musicali, anfore, elmi e oggetti militari.

Stefania Cretella