Sala 2

La sala, posta al piano terra del palazzo, è il secondo ambiente a sinistra dell’androne  principale accessibile da corso Cavour.

La decorazione delle pareti, molto rovinata, è composta da una regolare divisione in ampie specchiature. Meglio conservata, invece, è l’ornamentazione del soffitto, che presenta una sobria divisione in specchiature decorate con pochi elementi quali nastri e rami di quercia. Nella cornice posta nella fascia esterna della volta, si trovano quattro medaglioni con le raffigurazioni, in grisaille, di Giove, Diana, Apollo e Demetra.

Edoardo Lo Cicero

Sala 1

La sala si trova nell’angolo nord-ovest del palazzo e conclude l’enfilade di quattro sale poste a sinistra del portale situato su corso Cavour.

Lo stato di conservazione della decorazione parietale è alquanto compromesso, sebbene sia ancora possibile leggere lo schema generale dell’impianto ornamentale, immaginato come una sequenza di specchiature arricchite al loro interno da finti stucchi con motivi vegetali intervallate da esili racemi di quercia. Sopra ad una delle due porte poste nella parete sud, inoltre, si trova un medaglione in grisaille raffigurante Giunone.

La volta della sala, che versa in un migliore stato di conservazione, presenta una finta cornice leggermente aggettante ornata da motivi vegetali e, negli angoli, quattro medaglioni con le raffigurazioni in monocromo di alcune figure di difficile interpretazione, ritratte all’interno di una selva. La parte centrale del soffitto è suddivisa in dodici specchiature decorate con motivi vegetali in finto stucco, a cui sono stati aggiunti inserti in oro.

Edoardo Lo Cicero

Sala di Amore e Psiche

Sui quattro lati del soffitto sono stati dipinti da Canal episodi della storia di Psiche, tratti dalle Metamorfosi di Ovidio, a monocromo bianco su fondo verde entro riquadri in forma di lunette: Venere indica Psiche a Cupido, Psiche illumina Amore, Psiche dinnanzi a Venere percossa da Affanno e Tristezza, Psiche dormiente, Amore e l’aquila di Giove.

Nel grande riquadro al centro del soffitto, inserito entro il sobrio ornato di Guidolini, composto da vasi con bianchi girali su fondo blu, rosette e fregi bianchi e dorati a candelabra su fondo verde, troviamo rappresentato l’Imeneo di Amore e Psiche: i due sposi sono circondati dalle divinità dell’Olimpo.

La coppia a sinistra è formata da Giove, con l’aquila, e Giunone, il cui pavone è tenuto da un’ancella. Alle spalle di Giove appare una mezzaluna, simbolo di Diana. Nel corteo a destra, in secondo piano, si riconoscono le figure di Minerva e Nettuno, parzialmente nascoste da Mercurio in volo sopra i due sposi. Più in basso due amorini recano in dono una ghirlanda e una colomba.

Il dipinto è stato attribuito a Giambattista Canal da Pavanello (1980, pp. 58-59).

Andrea Chiocca

Salone al piano nobile

La complessa partitura a finti pilastri e colonne rispecchia quella reale sul lato di accesso al salone monumentale. Sulle pareti si aprono finte nicchie entro cui poggiano grandi anfore con scene di caccia legate al mito di Diana, sormontate da tondi con faretra, arco e fogliame. Le nicchie si alternano a comparti di candelabre ugualmente allusive alla caccia, intrecciate a nastri, fogliame, corone d’alloro, corni e frecce. Le sovrapporte sono dipinte con elementi variamente abbinati: braciere, scudo, anfora, serpente, corda, faretra con arco e serti vegetali. La fascia decorativa alla sommità delle pareti è delimitata da un cornicione, sormontato da un fregio con sedici metope a monocromo, raffiguranti scene della storia di Latona e dei figli Apollo e Diana, tratte dalle Metamorfosi di Ovidio.

Il soffitto è decorato con una finta cupola a linee intrecciate, inserita entro una cornice quadrangolare, delimitata agli angoli interni da serti vegetali. Sui due lati brevi comparti rettangolari con finti cassettoni ottagonali, mentre su quelli lunghi si alternano fasce di varia lunghezza con ornati e motivi vegetali.

Andrea Chiocca

Sala di Zefiro e Flora

L’ambiente prende il nome dall’ovale al centro del soffitto dove sono visibili appunto le figure di Zefiro e Flora che danzano con nastri svolazzanti, accompagnate da due amorini. Il dipinto, attribuito a Canal da Pavanello, è inserito entro un’elaborata intelaiatura ornamentale realizzata da Guidolini: la cornice violetta a finte mensole e rosette è circondata da scomparti mistilinei a lacunari sui lati lunghi, intervallati su quelli brevi da riquadri che contengono medaglioni con teste maschili di profilo e, intorno, tralci vegetali. Lungo i quattro lati del soffitto sono dipinte coppie di amorini, a monocromo bianco su fondo celeste, poste in varie pose ai lati di un braciere, da cui si dipartono girali. Agli angoli, composizioni con cammei a monocromo bianco su fondo rosso, opere di Canal, che raffigurano celebri coppie mitologiche, tre delle quali identificabili con Bacco e Arianna, Ercole e Onfale (Dejanira?), Apollo e Minerva. I piccoli ovali sono sormontati da motivi floreali a finto stucco nella fascia superiore, mentre in quella inferiore coppie di cigni ai lati di un vaso, e intorno corre una cornice geometrica a motivi ovoidali. Ai lati, in monocromo bianco su fondo celeste con cornicetta in oro, due nature morte di significato simbolico, legate alle coppie presentate. Le varie parti sono inframmezzate da una finta cornice a forma di festone vegetale in monocromo, interrotta da riquadri con sfingi affrontate.

Andrea Chiocca

Sala di Apollo

Le tre porte visibili nella Sala di Apollo sono funzionali alla partitura decorativa delle pareti, sulle quali si alternano comparti verticali a candelabre in monocromo bianco ad altri con finti busti bronzei all’antica, maschili e femminili, che poggiano su mensole illusionistiche. Al centro delle sovrapporte sono raffigurati medaglioni con coppie di ritratti su fondo blu e verde, desunti da modelli tiepoleschi quali i monocromi di Giandomenico Tiepolo già nella villa Volpato, Panigai a Nervesa della Battaglia. Nella fascia superiore corre un fregio in cui si susseguono rettangoli e quadrati a monocromo con mascheroni, o con un fiore inscritto in un cerchio su fondo blu. Il soffitto presenta un ovale monocromo con Apollo sul carro, attribuito a Giambattista Canal da Pavanello.

Guidolini collabora per l’ornato, come nelle altre stanze: la scena principale è delimitata da una larga cornice che contiene una fascia a esagoni floreali. Agli angoli sono dipinti quattro tondi che circoscrivono un rosone, su cui si innesta un mascherone soffiante.

Andrea Chiocca

Sala dell’Aurora

Nell’ovale sul soffitto della Sala dell’Aurora è dipinta l’esile figura di Aurora con grandi ali, che tiene due fiaccole tra le mani e indossa una frusciante gonna color lilla. Accanto a lei volteggiano due amorini con una ghirlanda di fiori, nell’atto di rovesciare acqua da un vaso. Anche in questo caso l’opera è riferibile a Canal.

La cornice presenta una decorazione a stucchi bianchi con girali, ghirlande e grandi fiori entro ottagoni, su fondo verde chiaro. Agli angoli sono dipinti busti femminili entro ghirlande colorate.

Andrea Chiocca

Sala delle Quattro Stagioni

Sulle pareti della sala, sono dipinti tre grandi paesaggi di formato verticale, chiusi in alto da un finto tendaggio rosa, a sottolineare l’effetto illusionistico di sfondamento spaziale. Sono delimitati da finti pilastri scanalati, che confinano a loro volta con comparti a candelabre e finti bracieri su fondo grigio. All’interno delle candelabre Bevilacqua ha dipinto negli anni 1811-1812 le allegorie di Primavera, Estate, Autunno e Inverno, entro cornice ottagonale a stucco, secondo la consueta iconografia con amorini in veste di paggi a tenere i relativi attributi.

Nel fregio della fascia superiore i capitelli compositi dei pilastri si alternano a comparti rettangolari con serti vegetali. Le due sovrapporte a monocromo, ugualmente dipinte da Bevilacqua, rappresentano soggetti legati alla storia di Bacco.

Nel soffitto campeggia una finta cupola rosa, agli angoli della quale Bevilacqua ha dipinto quattro danzatrici, due con tamburello e due con cembalo e sonagli, intervallate da Vittorie alate.

Andrea Chiocca

Sala dei Paesaggi

Quattro paesaggi ornano le pareti del corridoio adiacente alla sala delle Quattro Stagioni, di collegamento all’ala secondaria del palazzo. Si tratta di dipinti a tempera su muro legati alla pittura paesaggista di gusto romantico alla maniera di Marino Urbani (1764-1853), che testimoniano la fortuna del genere nella decorazione d’interno. Alle scene pastorali del secolo precedente si sostituiscono vedute nelle quali acquistano maggiore risalto le architetture di gusto classicista o neogotico.

Andrea Chiocca

Scalone

Lo scalone ospita due rampe di scale delimitate da una balaustrata marmorea, che termina al piano nobile in un plinto sostenente una colonna ionica. A tali elementi architettonici fanno eco sulle pareti grandi riquadri raffiguranti finte balaustrate e ariose quinte prospettiche, costituite da colonne ioniche binate sostenenti piccoli architravi e soffitti voltati, opera di Lorenzo Sacchetti (1759-1830). Le architetture dipinte sono alternate da fasce monocrome raffiguranti ramoscelli d’ulivo, colombe, cetre, vasi e altri piccoli elementi ornamentali.

Andrea Chiocca