Salone

Il salone fu danneggiato durante il bombardamento del 1944. Secondo quanto riportato da Ronchi (1922), al centro del soffitto era raffigurato un Trionfo di Bacco, mentre alle pareti erano visibili due episodi della storia romana con Muzio Scevola e Coriolano. Scomparse le parti figurate, rimangono gli ornati a monocromo con panoplie e trofei all’antica; i fregi costituiti da crateri, mascheroni e festoni; i comparti con motivi vegetali e piccole scene a grisaille; le finte colonne ioniche e i finti lacunari del soffitto. Le sovrapporte sono costituite da cornici alla greca con aquile, appollaiate su medaglioni con profili maschili e femminili. Nelle finte logge in alto sono presenti personaggi affacciati, nel solco di una larga consuetudine decorativa settecentesca. La decorazione è opera di Giambattista Canal e Lorenzo Sacchetti.

Sala di Giove e Giunone

Ai quattro angoli del riquadro sul soffitto, entro tondi, quattro figure femminili alate reggono un lungo serto floreale che attraversa l’intero perimetro della volta. Al centro sono raffigurate gli Sponsali di Giove e Giunone: le due divinità sono ben riconoscibili grazie alla presenza dei loro consueti attributi, l’aquila e il pavone. Li sovrasta Imeneo con la fiaccola, mentre alle spalle di Giove sono riunite le tre Grazie. Completano la decorazione ornati fitomorfi, vasi all’antica, corone d’alloro e fregi a girali. Anche la decorazione di questa sala spetta a Giambattista Canal e Lorenzo Sacchetti.

Andrea Chiocca

Sala di Aurora e Cefalo

Al centro del soffitto della stanza, decorato a finti lacunari e fregi vegetali, campeggia un grande riquadro a monocromo con Aurora contempla Cefalo dormiente, opera di Giambattista Canal e Lorenzo Sacchetti per gli ornati.

Andrea Chiocca

Saletta delle Danzatrici

Una saletta al piano ammezzato presenta alle pareti dodici riquadri incorniciati in stucco, entro cui sono raffigurate danzatrici all’antica, in diversi abbigliamenti e pose: con corone di fiori sul capo, panneggiate di veli trasparenti, con strumenti musicali, tamburelli, ceste. Al centro del soffitto un clipeo, attualmente privo di decorazioni, e alle estremità due mezzelune con putti alati in volo recanti, rispettivamente, un vaso da cui è fatta sgorgare dell’acqua e una fiaccola.

L’autore della decorazione è, con ogni probabilità Giambattista Canal, segnalato dalle fonti al lavoro nel palazzo. D’altronde le figure delle danzatrici di chiara ispirazione ercolanese sembrano perfettamente coerenti con lo stile di Canal, fra Sette e Ottocento, quando nella sua arte si palesa ormai la piena adesione alle istanze neoclassiche.

Andrea Chiocca

Stanza dei Paesaggi

Le pareti a fondo chiaro della Stanza dei Paesaggi sono rivestite da sette riquadri con paesaggi di formato verticale, dipinti a tempera su muro entro lievi cornici a stucco. Le vedute, concepite come finti quadri, raffigurano scene di tematica pastorale, un Paesaggio lacustre, una Burrasca di mare e un Paesaggio con chiesa gotica.

Anche la decorazione di questa stanza, come del salone, è ascrivibile a Giuseppe Bernardino Bison.

Andrea Chiocca

 

Salone

Ciascuna delle due pareti lunghe del salone presenta al centro una grande scena a monocromo rosa su fondo verde, raffigurante il Ratto di Proserpina su un lato e il Ratto di Europa sull’altro, delimitata da fasce decorative a grottesca che inquadrano le porte d’accesso, sormontate da finti bassorilievi monocromi con scene votive all’antica. Le specchiere presenti sulle altre pareti, inquadrate a loro volta dalle grottesche, moltiplicano l’effetto dell’ornato. La decorazione è delimitata in alto da un fregio continuo a motivo floreale, con margherite gialle racchiuse entro tondi. Gli stessi motivi ornamentali si moltiplicano in maniera organica nello spazio del soffitto, alternandosi a finti bassorilievi monocromi con scene di sacrificio, piccoli riquadri con grottesche e stucchi con festoni su fondo verde andando ad inquadrare al centro un riquadro con la Virtù incorona la Gloria dei Principi, delimitato sui quattro lati da fasce in cui si ripete ancora il motivo floreale a margherite, e agli angoli da tondi con mascheroni su fondo verde.

L’artefice, sia dell’apparato figurativo che dell’ornato, è Giuseppe Bernardino Bison che ha lasciato la sua firma sulla grottesca a lato della porta d’ingresso.

Andrea Chiocca

Scalone

Ai lati dell’arco di accesso allo scalone, due riquadri con monocromi con Putti che reggono in un caso una ghirlanda, un libro e una lucerna, nell’altro una ghirlanda, un melograno e un fascio littorio. Alzando lo sguardo, sul soffitto dello scalone, una quadratura architettonica, con agli angoli piccoli tondi a monocromo grigio rappresentanti putti reggenti vari strumenti riferibili ad Apollo quali una cetra, un arco, una corona d’alloro, una faretra e le frecce, al centro del grande riquadro l’Aurora e il carro del Sole. Seguendo la descrizione fornita dallo stesso Pietro Antonio Novelli, l’autore degli affreschi, troviamo qui rappresentati i destrieri Eto, Piroo, Eoo e Fletonte, mentre nell’angolo inferiore destro l’Aurora, con la fiaccola sparge fiori e, nel margine inferiore, il Crepuscolo che si allontana. Nello sfondo, a sinistra, compaiono invece le Ore, una delle quali regge una clessidra.

Andrea Chiocca

Scalone

Le pareti lunghe che fiancheggiano lo scalone a doppia rampa sono ripartite in tre scomparti verticali da lesene in marmo grigio variegato. La decorazione pittorica è articolata in una finta terrazza, ripresa dal basso, alla quale si affacciano coppie di personaggi variamente atteggiati, su fondali architettonici oltre i quali si intravedono scorci di paesaggio. Le scene sono intervallate da una nicchia illusionistica con la statua a monocromo di Apollo da una parte e quella di Diana dall’altra. Sul soffitto è raffigurata Aurora che sparge fiori.

Gli affreschi sono stati ricondotti alla tarda attività del pittore vicentino Giovanni Scajario da Pavanello.

Andrea Chiocca

Stanza di Amore e Psiche

Nella stanza affacciata sul lato meridionale del salone, troviamo, come sovrapporte, figure femminili ad affresco che affiancano medaglioni a tempera con vari motivi di putti. Più in alto, agli angoli del soffitto, finti stucchi con candelabre, che si innestano su medaglioni in monocromo verde con motivi allusivi all’amore e coppie di colombe. Al centro del soffitto, decorato ad affresco e tempera, le allegorie dell’Aurora e del Crepuscolo del mattino, in volo su una finta cupoletta a modanature verdi. Tutt’attorno quattro scene principali su fondo azzurro che delineano la storia di Amore e Psiche, nelle quali riconosciamo in particolare i seguenti episodi: Psiche scopre l’identità di Amore; Amore risveglia Psiche; Psiche davanti a Proserpina; Psiche davanti a Venere.

Anche in questo ambiente si riconosce la mano di Giambattista Canal coadiuvato, in questo caso, da David Rossi.

Andrea Chiocca

Salone

Nel grande salone passante, una sobria finta architettura articola le pareti con otto lesene intervallate da candelabre con motivi di strumenti musicali, specchiature in giallo e verde acqua, ornate da motivi di festoni in finto stucco, al centro delle quali si aprono nicchie a fondo dorato, e al loro interno finte sculture. Queste rappresentano Orfeo, Armonia, Apollo, Euterpe, reggenti a loro volta vari strumenti musicali. Sullo zoccolo, sono bassorilievi in bronzo dorato su fondo porpora con vari giochi di putti. Compaiono egualmente a mò di sovrapporta sei gruppi di putti al naturale, con strumenti e spartiti musicali.

Sulla volta del salone un’articolata visione celeste, genericamente identificata come la rappresentazione delle Divinità dell’Olimpo da Padoan Urban (1969-1970).

Al centro della scena un personaggio femminile è indicato da Mercurio a Giove e Giunone, mentre, accompagnato da quella che potrebbe essere una colomba, da alcuni putti, e, più a sinistra, dalle Grazie. Ascende al cielo verso l’Olimpo. A fianco della figura femminile compare inoltre un personaggio maschile, accompagnato da un grifone, che reca l’iscrizione «SOLUTUS OMNI FOENORE», allusiva a un’ode di Orazio (Epodi, II, vv. I-4). L’allegoria coincide perfettamente con l’iconografia del Credito secondo l’Iconologia di Cesare Ripa. Nella parte alta sono, ad accogliere la figura femminile nell’Olimpo, Giove e Giunone, presentati da Mercurio, notoriamente il dio del commercio. Nella parte inferiore della visione celeste, sono invece le allegorie delle quattro parti del mondo, affiancate da putti in volo con una cornucopia e un rametto di corallo.

Difficile è identificare il personaggio femminile protagonista della vicenda, forse una complessa allegoria oppure un generico riferimento alla glorificazione della famiglia Zigno.

Responsabili del ciclo pittorico del salone sono Giambattista Canal e Paolo Guidolini.