L’ultima sala, dedicata alle Muse (Sala 12), è affrescata da Manfredini e Teosa. La parte inferiore delle pareti è decorata con uno zoccolo con una doppia fila di baccellature a finto rilievo, sopra il quale corre un fregio continuo con un motivo a onda (o a nastro). La parte principale delle pareti è suddivisa in nicchie a tromp l’oeil contenenti le finte sculture delle Muse (nell’ordine, a partire dalla parete di destra: Euterpe, Talia, Melpomene, Tersicore, Erato, Polinnia, Urania, Calliope, Clio). Nelle pareti maggiori, tra una nicchia e l’altra si inseriscono specchiature con rilievi monocromi raffiguranti intrecci vegetali, festoni, teste maschili o femminili, drappi; al centro di ciascuna composizione si trova un medaglione ottagonale con le storie di Ercole (Ercole uccide Anteo; Raccolta delle mele d’oro delle Esperidi; Ercole riconsegna Alcesti al marito Admeto; Ercole cattura le cavalle di Diomede; Ercole strangola il leone Nemeo). Ad ogni riquadro corrisponde una cornice orizzontale inferiore e superiore con due diversi tipi di rilievi ad anthemion, che compaiono anche nelle cornici verticali che inquadrano le nicchie delle pareti minori e nelle lesene poste negli spazi tra le porte-finestre. Nelle soprapporte si trovano le allegorie della Pace (figura femminile con abiti all’antica, che sostiene un ramo di ulivo e una torcia, usata per incendiare una catasta di armi) e della Fedeltà (figura femminile con abiti all’antica, ritratta con un cuore in mano mentre accarezza un cane accucciato ai suoi piedi). Il cornicione che separa le pareti dalla volta presenta un fregio a meandro. Al centro della volta, decorata a cassettoni esagonali con fondo blu e rosellina centrale dorata, è raffigurato l’episodio di Ercole al bivio.
Stefania Cretella