Sala 11 Sala dell’Eneide o dell’Iliade

Sala 11 Sala dell’Eneide o dell’Iliade – Palazzo Martinengo Cesaresco

 

L’attribuzione degli affreschi della Sala dell’Eneide, nota anche come dell’Iliade (Sala 11), è ancora controversa, e la critica si divide tra Manfredini e Teosa (Lechi 1974, p. 90), proponendo anche l’ipotesi di una collaborazione tra i due artisti (Tanzi 1984, p. 95; Tanzi 1985, p. 91). Le affinità stilistiche che in questa fase accomunano i due artisti e la mancanza di documenti o di firme che ne attestino con certezza la paternità, rende in effetti complesso sciogliere il dubbio attribuzionistico.

Le pareti presentano uno zoccolo inferiore con motivo a meandro. Nelle pareti più corte vi sono quattro specchiature con decorazioni a grottesca su fondo bianco (festoni di foglie, girali, foglie d’acanto, putti, grifoni, teste femminili, penne di pavone); al centro, medaglioni ovali circondati da ghirlande floreali, all’interno dei quali si inseriscono scene cavalleresche legate al tema dell’amore (parete nord) e della morte (parete sud). Le soprapporte narrano episodi tratti dall’Eneide (dalla parete nord: Uccisione di Priamo; Partenza di Enea; Enea alla corte di Didone; Fuga di Enea). Le specchiature delle pareti maggiori contengono composizioni figurate con minime variazioni, composte da un piedistallo ornato con foglie e girali d’acanto, che incastonano una patera (in origine dovevano contenere decorazioni pittoriche a monocromo seppia, come testimonia una delle patere della parete a sera, che mostra Achille e Chirone); coppie di donne con abiti all’antica che sostengono sulla testa un canestro di fiori o frutta; un cornicione semicircolare sospeso in aria con testa di satiro centrale dalla quale cade un drappo con nastri, coppia di grifoni e fontana con coppia di uccelli che si abbeverano. Tutte le specchiature sono racchiuse in cornici lineari, delimitate internamente da un motivo ad astragalo a sole perline.

Il cornicione superiore di raccordo tra pareti e soffitto è dipinto con un motivo a foglie d’acanto e fiori a monocromo su fondo giallo, chiuso superiormente da una modanatura a kyma di cime di foglie. Il perimetro esterno della volta è suddiviso in riquadri mediante una semplice quadratura architettonica: nei riquadri minori vi sono scene di lotta tra uomini e centauri, circondati da volute vegetali, e coppie di putti o figure femminili all’antica accanto ad anfore con racemi vegetali, incorniciate da encarpi. Al centro dei lati maggiori, due riquadri con scene legate al tema dell’amore e della morte: a mattina Angelica cura Medoro, tratta dall’Orlando Furioso; a sera Tancredi battezza Clorinda morente, tratta dalla Gerusalemme liberata. Il medaglione centrale è suddiviso in cornici di varia forma: gli angoli esterni e il primo fregio sono dipinti a monocromo con girali d’acanto, putti, cigni e teste, mentre la campitura tra la cornice ottagonale e il medaglione ellittico centrale è ornata con decori a grottesca policromi, con girali d’acanto, fili di perle e arpie. Il medaglione ellittico è occupato da un finto telo fissato alla cornice, sul quale è illustrata la Contesa tra Achille e Agamennone narrata nell’Iliade.

Stefania Cretella

 
Datazione: da: 1797 a: 1799
 
Bibliografia

Gian Enrico Manzoni, Palazzo Martinengo Cesaresco dell’Aquilone, senza editore, s.d., pp. 11-14; Fausto Lechi, Le dimore bresciane in cinque secoli di storia, Vol. 3: Il Cinquecento nella città, Edizioni di Storia Bresciana, 1974, pp. 90, 95; Marco Tanzi, Problemi di neoclassicismo bresciano: Giuseppe Teosa tra committenza religiosa e privata, in “Itinerari”, n. 3, 1984, p. 95; Marco Tanzi, Aspetti della pittura neoclassica in Lombardia tra Rivoluzione e Restaurazione: Giuseppe Manfredini (1789-1815), in “Ricerche di storia dell’arte”, n. 26, 1985, p. 91; Il Palazzo Martinengo Cesaresco dell’Aquilone, Editrice La Scuola, Brescia 2003, pp. 132-137;

Stefania Cretella, Università Cattolica del Sacro Cuore, Istituto Arici, già palazzo Martinengo Cesaresco, in Stefania Cretella (a cura di), Miti e altre storie. La grande decorazione a Brescia. 1680-1830, Grafo, Brescia 2020, p. 308.

 
Informazioni sul palazzo
Palazzo Martinengo Cesaresco, ora sede dell’Università cattolica e del Collegio Arici – Brescia
Brescia

Elenco immagini:

Giuseppe Manfredini e Giuseppe Teosa, Decorazione della parete settentrionale, 1797-1799


 

Giuseppe Manfredini o Giuseppe Teosa, Decorazione della parete occidentale, 1797-1799


 

Giuseppe Manfredini o Giuseppe Teosa, Uccisione di Priamo, 1797-1799


 

Giuseppe Manfredini o Giuseppe Teosa, Enea alla corte di Didone, 1797-1799


 

Giuseppe Manfredini o Giuseppe Teosa, Partenza di Enea, 1797-1799


 

Giuseppe Manfredini o Giuseppe Teosa, Fuga di Enea, 1797-1799


 

Giuseppe Manfredini o Giuseppe Teosa, Scena cavalleresca , 1797-1799


 

Giuseppe Manfredini o Giuseppe Teosa, Decorazione della volta, 1797-1799


 

Giuseppe Manfredini o Giuseppe Teosa, Contesa tra Achille e Agamennone, 1797-1799


 

Giuseppe Manfredini o Giuseppe Teosa, Decorazione della volta, 1797-1799


 

Giuseppe Manfredini e Giuseppe Teosa, Angelica cura Medoro, 1797-1799


 

Giuseppe Manfredini o Giuseppe Teosa, Decorazione della volta, 1797-1799


 

Giuseppe Manfredini o Giuseppe Teosa, Decorazione della volta, 1797-1799